“Niente da invidiare ai vini bianchi e rossi”, sono questi i migliori rosati italiani, secondo Altroconsumo

Ci sono ancora troppi pregiudizi sui vini rosati, considerati inferiori rispetto ai vini bianchi o rossi. Il test di Altroconsumo mostra che vi sono in Italia diversi rosé di ottima o buona qualità, in alcuni casi c'è però ancora da lavorare sul fronte solfiti e su etichette più trasparenti

Il rosato è spesso relegato a una posizione di secondo piano tra i vini. Un nuovo test di Altroconsumo dimostra invece come il rosé meriti il suo giusto posto nel panorama vinicolo italiano.

Il pregiudizio sui rosati spesso deriva dai metodi di produzione, in particolare dalla breve macerazione delle bucce delle uve nere che non darebbe il tempo ai frutti di sprigionare tutte le loro proprietà. Tuttavia, il test ricorda la possibilità di miscelare vini bianchi e rossi per produrre rosati. Ma si tratta di una pratica consentita?

Sul Altroconsumo si legge:

 In teoria sì, il taglio è possibile, ma solo a patto che entrambi i vini miscelati siano Dop o Igp e che questa pratica non sia espressamente vietata dai rispettivi disciplinari di produzione. Non è invece consentito ottenere un rosato dalla miscela di un bianco e un rosso se questi sono semplici “vini da tavola”, vale a dire privi di qualsiasi denominazione d’origine. Il divieto però cade se questi stessi vini sono utilizzati per la produzione di vini frizzanti o spumanti, per i quali il taglio è invece consentito.

Il test

Ma, tornando all’indagine, questa ha preso a campione 14 bottiglie di rosato italiano, selezionate con attenzione per essere rappresentative del mercato e accessibili in termini di prezzo, con un range che variava da 5,80 a 14,90 euro a bottiglia.

Tutti i campioni sono stati analizzati in laboratorio per verificare la presenza di solfiti, sono poi state valutate con attenzione le etichette e ovviamente non è mancata la prova di degustazione.

Sorprendentemente, la metà di questi vini ha ottenuto una valutazione di qualità “buona”, mentre uno spicca come il “Migliore del Test” con un giudizio di qualità “ottima” al prezzo di 12,40 euro.

Sono emersi però indubbiamente alcuni aspetti da migliorare. Uno riguarda le etichette, dove mancano spesso informazioni dettagliate, nonostante quelle obbligatorie siano presenti. Sarebbe interessante invece una maggiore trasparenza da parte dei produttori che dovrebbero includere dettagli sulla metodologia di produzione, suggerimenti di abbinamento e informazioni sulla conservazione, così da migliorare l’esperienza del consumatore.

Un altro punto critico è la presenza di solfiti. Il test ha infatti esaminato la presenza di anidride solforosa e solfiti, considerati additivi necessari per la conservazione del vino dato che impediscono le alterazioni microbiche. Il problema è che queste sostanze possono scatenare, in persone sensibili, reazioni simil-allergiche e per questo la normativa impone dei limiti a cibi e bevande (per i vini rosati il limite è di 200 mg/l).

Come sottolinea Altroconsumo:

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha di recente riesaminato i possibili rischi dei solfiti per la salute, concludendo che potrebbero costituire un problema per coloro che consumano in grande quantità alimenti e bevande che li contengono (come quelli citati in precedenza). Purtroppo la scarsità di dati disponibili sulla tossicità di queste sostanze non ha consentito all’Efsa di stabilire con certezza l’entità dei possibili effetti nocivi sulla salute né di confermare come “dose giornaliera accettabile” la quantità di 0,7 milligrammi per ogni chilogrammo di peso corporeo, indicata in passato. Una dose che, dal nostro punto di vista, è già troppo alta: a un adulto che pesa 70 chili basta bere poco più di due bicchieri di vino per superarla.

Fortunatamente, la maggior parte dei vini testati (8 su 14) ha ottenuto valutazioni molti positive riguardo ai solfiti (gli altri hanno strappato comunque una sufficienza), dimostrando che è possibile produrre buoni vini con quantità moderate di questi additivi.

La classifica dei vini rosati

In base a tutti i parametri considerati dal test, questa è la classifica dei vini rosati presi a campione:

  • RONCO DEL FRASSINO MOSCATO ROSA TREVENEZIE IGT 2021, Qualità: Ottima, Punteggio: 70 (migliore del test)
  • LUNAE LIGURIA DI LEVANTE IGT MEA ROSA 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 66
  • TORMARESCA SALENTO IGT CALAFURIA 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 64
  • CONTINI NIEDDERA VALLE DEL TIRSO IGT ROSÈ 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 64 (miglior acquisto)
  • ZACCAGNINI CERASUOLO D’ABRUZZO DOC IL TRALCETTO 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 63
  • CONTI THUN RIVIERA DEL GARDA CLASSICO VALTÈNESI DOC MICAELA 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 62
  • DUCA DI SARAGNANO PRIMITIVO PUGLIA IGT DA UVE LEGGERMENTE APPASSITE ROSATO 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 62
  • SELLA & MOSCA ALGHERO ROSATO DOC 2022, Qualità: Buona, Punteggio: 62
  • NOTTE ROSSA NEGROAMARO SALENTO IGP ROSATO 2022, Qualità: Media, Punteggio: 59
  • MARCHESI ANTINORI BOLGHERI DOC GUADO AL TASSO SCALABRONE ROSATO 2022, Qualità: Media, Punteggio: 58
  • DUCA DI SALAPARUTA TERRE SICILIANE IGT CALANÌCA ROSATO 2022, Qualità: Media, Punteggio: 55
  • BOSCO DEL MERLO PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE DOC 2022, Qualità: Media, Punteggio: 55
  • CAMPO AL FARO COSTA TOSCANA IGT ROSATO 2021, Qualità: Media, Punteggio: 55
  • PICCINI 1882 TOSCANA IGT COLLEZIONE ORO ROSATO 2022, Qualità: Media, Punteggio: 55

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Fonte: Altroconsumo

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