Pubblicità: non si potrà più usare la parola sostenibilità senza studio LCA che la dimostri, stretta contro il greenwashing in Danimarca

L'organismo danese per la protezione dei consumatori sta rivedendo le linee guida sull'uso delle affermazioni ambientali ed etiche nel marketing dopo una marea di reclami sul greenwashing. Una decisione fondamentale che potrebbe fare scuola nel resto d’Europa

Si chiama Life cycle assessment (LCA) ed è la metodologia volta a quantificare i potenziali impatti sull’ambiente associati a un bene o servizio, a partire dal consumo di risorse e dalle emissioni. Senza quella sigla, non si possono fare claim di sostenibilità.

È quanto ha stabilito l’Antitrust in Danimarca per contrastare il greenwashing. L’Ombudsman danese, infatti, intervenuta sull’uso improprio dei cosiddetti green claim, le dichiarazioni ambientali per lo più utilizzati per puri scopi di marketing, con la pubblicazione di una “Guida rapida per le aziende sul marketing ambientale”.

Una serie di linee guida che arrivano in seguito allo studio della Commissione Europea del gennaio 2021, realizzato sulla base dell’analisi di siti web aziendali su dichiarazioni di “sostenibilità” di prodotti e servizi, che evidenziava come più della metà fossero illecite. Il 37% di questi green claim fuorvianti si basava su affermazioni vaghe e generiche, il restante 59% era privo di informazioni oggettive e dati a sostegno.

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La guida ha lo scopo di dare alle imprese un sorta vademecum per comunicare correttamente (e soprattutto nel rispetto dei consumatori) i propri valori ambientali, alla luce di un’indicazione fondamentale: in assenza di LCA, e quindi di dati precisi, non è consentito parlare di “sostenibilità.

In ragione della difficoltà a definire un qualsiasi prodotto o servizio genericamente “sostenibile” – si legge nel documento – e per non incorrere nel rischio di formulare messaggi vaghi, scorretti o fuorvianti ovvero perseguibili in quanto pubblicità ingannevole, soltanto un’analisi del ciclo di vita (LCA) può mettere al sicuro operatori economici e consumatori.

Cos’è l’LCA

Secondo la definiziione di ISPRA, il Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita) è uno degli strumenti fondamentali per l’attuazione di una Politica Integrata dei Prodotti, nonché il principale strumento operativo del “Life Cycle Thinking”: si tratta di un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici e ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita.

A livello internazionale la metodologia LCA è regolamentata dalle norme ISO della serie 14040’s in base alle quali uno studio di valutazione del ciclo di vita prevede la definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione dell’analisi (ISO 14041), la compilazione di un inventario degli input e degli output di un determinato sistema (ISO 14041), la valutazione del potenziale impatto ambientale correlato a tali input ed output (ISO 14042) e infine l’interpretazione dei risultati (ISO 14043).

A livello europeo l’importanza strategica dell’adozione della metodologia LCA come strumento di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti ambientali significativi è espressa chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti, ed è suggerita, almeno in maniera indiretta, anche all’interno dei Regolamenti Europei: EMAS (Reg. 1221/2009) ed Ecolabel (Reg. 61/2010).

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Fonte: Ombudsman

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