Sono una negoziante indipendente e ti spiego perché il Black Friday uccide artigiani, botteghe e piccoli negozi

Avete mai pensato cosa comporta il Black Friday per botteghe, artigiani e negozi di quartiere? Le piccole imprese, ovviamente, non possono stare dietro e sostenere questa corsa agli acquisti compulsivi a prezzi stracciati e su Instagram in questi giorni stanno spiegano il perché

Ormai da diversi anni anche in Italia spopola il Black Friday, una giornata in cui i consumatori sono invogliati (per non dire spinti in ogni modo) a fare acquisti frenetici approfittando di sconti allettanti, anche su cose di cui non avrebbero affatto bisogno. Mentre molti applaudono a questa giornata in cui è possibile fare grandi affari (tutto da verificare!), c’è un lato oscuro che spesso viene trascurato o volutamente dimenticato: l’impatto sui piccoli negozi.

Noi di greenMe l’abbiamo fatto presente spesso, non solo durante il Black Friday, ma anche ad esempio a Natale quando aumentano inevitabilmente gli acquisti e siamo tentati di comprare online a prezzi stracciati, piuttosto che nel negozio sotto casa. Il problema è semplice: noi risparmiamo (forse) ma il negozio sotto casa rischia di chiudere e questo non è un vantaggio per nessuno.

In occasione del Black Friday, sono diversi i piccoli negozianti che ci mettono di fronte a questa realtà che magari non abbiamo mai preso seriamente in considerazione. Su Instagram, ad esempio, Balmas Boutique, una piccola azienda di abiti e accessori da donna, ha condiviso il suo punto di vista sul Black Friday.

La titolare di questa boutique ci ricorda che non è corretto mettere un prodotto sul mercato ad un prezzo scontato in occasione del Black Friday, magari dopo solo 2 mesi che è arrivato in negozio, dato che il naturale corso delle cose vorrebbe che questo venisse scontato dopo un periodo più ampio di tempo, all’arrivo dei saldi (e solo sulle rimanenze a fine stagione).

Ci spiega poi anche come è possibile che questo avvenga nei grandi negozi:

Le grandi catene producono a ciclo continuo e possono permettersi dei forti sconti per smaltire i prodotti in eccesso favorendo un’economia di consumo usa e getta. Le piccole imprese indipendenti non hanno sovrapproduzione da smaltire e si basano su un’economia circolare. È importante capire questa differenza.

E poi aggiunge:

L’acquisto può essere una necessità o un piacere ma deve essere consapevole, anche nei confronti dell’ambiente. L’acquisto compulsivo viene indotto dalla sola spinta del saldo e i clienti sono solo mucche da mungere e non persone da soddisfare.

Ci ricorda infine che i saldi già esistono ma non sono a fine novembre ma a gennaio!

Anche un negozio di Reggio Emilia, Corner, tanto per fare qualche altro esempio tratto dai social, ha messo il luce come il Black Friday sia un momento “delicato” per i piccoli negozianti e condiviso alcune considerazioni da tenere a mente, utilizzando l’hashtag #noblackfriday.

Una delle principali critiche rivolte al Black Friday è la pressione che esercita sui piccoli negozi, quasi costretti a partecipare a sconti e promozioni che spesso non possono sostenere. Infatti, mentre i giganti del commercio possono permettersi di ridurre i loro margini di profitto, i piccoli negozi sono costretti a prendere decisioni difficili che potrebbero compromettere la qualità dei loro prodotti.

Corner sottolinea che i loro articoli sono costruiti per resistere alla prova del tempo, un valore che viene messo in discussione da un tipo di shopping che promuove al contrario la cultura dell'”usa e getta”. Con sconti che spingono i consumatori a cercare affari sempre più grandi, la qualità viene spesso sacrificata per un prezzo che deve essere il più possibile stracciato.

Prezzi bassi dunque è vero, ma a fronte di articoli che spesso durano poco. Per poter scontare, infatti, molte aziende sono costrette a ridurre la qualità dei loro prodotti, creando un ciclo insostenibile fatto di acquisti frequenti e smaltimento rapido.

Nel negozio di Reggio Emilia, invece, si può vedere ancora una targa del 1925 che recita:

Le nostre calzature non abbisognano di essere risuolate, dopo l’acquisto essendo sufficientemente di durata.

I gestori concludono:

Siamo consapevoli che non partecipare al “classico” Black Friday potrà avere un impatto sulle nostre vendite ma pensiamo sia giusto rispettare la nostra etica e provare a porre un freno a questa mentalità che porta i piccoli negozi come il nostro a sentirsi “obbligati” a seguire modalità che non li rappresentano.

Durabilità e sostenibilità dovrebbero essere priorità crescenti nella nostra società e il Black Friday è in evidente contrasto con questi valori. I piccoli negozi che si concentrano sulla produzione di prodotti di alta qualità si trovano in una posizione difficile, costretti a competere con l’entusiasmo per gli sconti.

È davvero arrivato il momento di rivalutare come e cosa acquistiamo, dando valore a prodotti che resistono alla prova del tempo e sostenendo negozi che si impegnano a mantenere alta la qualità anziché giocare sulla quantità.

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