Quale è il migliore tonno in vetro da acquistare al supermercato?

No, il tonno confezionato venduto al supermercato non è tutto uguale. Scopriamo come leggere l'etichetta per fare acquisti più etici e salutari e perché è meglio preferire quello in vetro al pesce in scatola

Il tonno confezionato è uno degli alimenti più consumati e apprezzati per la sua praticità e versatilità. In realtà sarebbe meglio ridurne il consumo, visto che questo pesce puà contenere elevati livelli di mercurio ed esistono tante fonti alternative (decisamente più salutare ed etiche) di Omega-3.

Se proprio non si vuole rinunciare a questo alimento, è consigliabile preferire quello in vetro rispetto a quello in scatola. Come confermato da vari studi e da un recente test condotto dalla rivista Il Salvagente (che ha analizzato sei marche vendute in Italia), il tonno in scatola può contenere tracce di Bisfenolo A, sostanza chimica controversa, considerata un interferente endocrino.

A mettere in guardia su questo rischio già diversi anni fa anche l’organizzazione no-profit americana Environmental Working Group (EWG), che consiglia in particolare di limitare o evitare del tutto gli alimenti in scatola, in particolare se si tratta di bambini e donne in gravidanza, proprio per il pericolo connesso alla migrazione di Bisfenolo A nel cibo.

Ma come acquistare il tonno migliore al supermercato? Quali sono le informazioni presenti in etichetta che dovremmo sempre considerare al momento dell’acquisto? Vediamo nel dettaglio alcuni suggerimenti utili da tenere in mente quando si fa la spesa.

Come leggere l’etichetta del tonno confezionato

Quando si acquista del tonno in vetro o in scatola, è fondamentale leggere per bene l’etichetta per evitare brutte sorprese. Sia per quanto riguarda i prodotti ittici pescati che su quelli allevati, la legge europea è molto chiara. Ecco tutte le informazioni che devono essere obbligatoriamente presenti sulla confezione:

  • Specie ittica: nome (sia quello commerciale che quello scientifico) del pesce
  • Metodo di produzione: se si tratta quindi di un animale allevato o pescato
  • Provenienza: il luogo preciso in cui è stato pescato o allevato. Il pesce catturato nell’Atlantico nord‑orientale, nel Mediterraneo e nel Mar Nero deve recare la denominazione della sottozona o divisione, insieme a una denominazione facilmente comprensibile per il consumatore. Per il resto del mondo va indicata solo la denominazione della zona.
  • Attrezzi usati per la pesca: per il pesce selvatico si deve indicare una delle seguenti categorie: sciabiche, reti da traino, reti da imbrocco e reti analoghe, reti da circuizione e reti da raccolta, ami e palangari, draghe e nasse e trappole
  • Termine minimo di conservazione/data di scadenza: nel primo caso si troverà la scritta “da consumarsi preferibilmente entro il” mentre nel secondo caso ci sarà una più categorica data di scadenza del prodotto.
  • Allergeni: deve essere chiara in etichetta l’eventuale presenza di allergeni, segnalati attraverso un tipo di carattere differente che balza subito all’occhio dei consumatori

È sicuramente da preferire il tonno in vetro conservato con olio extravergine di oliva. In ogni caso, come suggerito dai nutrizionisti, il tonno confezionato andrebbe consumato con moderazione, privilegiando il pesce fresco. In particolare per donne e bambini sarebbe è più indicato il consumo di pesci piccoli, evitando quindi sia le scatolette di tonno che i pesci di grossa taglia (il metilmercurio è neurotossico per il feto e può provocare gravi anomalie nello sviluppo del sistema nervoso).

Guida all’acquisto del tonno: i consigli per una spesa più sostenibile

Innanzitutto, se si vuole fare una scelta d’acquisto sostenibile, bisognerebbe acquistare le marche che utilizzano tonnetto striato. Questa specie, infatti, non è inclusa fra quelle a rischio estinzione, al contrario del tonno a pinna gialla (che però è più pregiato), la cui sopravvivenza è invece maggiormente minacciata.

Un’altra indicazione fondamentale da considerare è la zona di pesca. Alcune, infatti, sono consigliate mentre altre no, in base alla situazione locale dei tonni.

Tra quelle consigliate troviamo:

Pacifico occidentale e centrale (FAO 61, 71, 81)

Tra le zone scongliate rientrano invece:

  • Oceano Atlantico: FAO 31, 34, 41, 47
  • Oceano Indiano: FAO 51, 57

Infine, è da prendere in considerazione la questione del metodo di pesca. Tra i più diffusi vi è quello con reti a circuizione con utilizzo di FAD, oggetti galleggianti che attirano pesci indipendentemente dalla specie e che dunque sono responsabili della morte di altri animali (tra cui i delfini) che vi finiscono incastrati. Anche la pesca con palamiti (o palangari) non è sostenibile.

Si dovrebbe prediligere, invece, la pesca a canna e la pesca con reti a circuizione su banchi liberi, ovvero sistemi selettivi che quindi evitano la morte di altri animali marini.

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