Mercurio nel tonno: è più pericoloso il vetro o la scatoletta?

Un’inchiesta di BLOOM mette in luce una verità preoccupante: il tonno in scatola, indipendentemente dal tipo di imballaggio, contiene tracce di mercurio. Ma cosa significano davvero questi dati per la nostra salute? E perché il tonno sembra essere più colpito rispetto ad altri pesci?

Questa è una delle domande più frequenti tra i nostri lettori, e non è difficile capirne il motivo: il tonno è un alimento presente in molte delle nostre cucine, c’è chi lo mangia una volta a settimana, e chi invece ha basato la propria alimentazione su questo ingrediente (vedi gli universitari). La crescente attenzione ai livelli di mercurio spinge a chiedersi se l’imballaggio in vetro faccia davvero la differenza.

Il mercurio è ovunque, anche nel tonno in vetro

L’ultima inchiesta di BLOOM, organizzazione per la conservazione marina, svela una verità scomoda: tutte le scatolette di tonno analizzate in Europa, indipendentemente dall’imballaggio, sono risultate contaminate da mercurio. La ricerca ha coinvolto 148 confezioni di tonno in scatola provenienti da cinque Paesi europei: Germania, Inghilterra, Spagna, Francia e Italia. Questi campioni sono stati testati da un laboratorio indipendente che ha confermato la presenza di mercurio nel 100% delle confezioni analizzate.

I dati sono allarmanti: oltre metà delle lattine (il 57% del campione) ha superato il limite di mercurio consentito per altre specie ittiche, fissato a 0,3 mg/kg. Tra i casi più eclatanti, una confezione del marchio Petit Navire, acquistata in un Carrefour City di Parigi, ha mostrato un contenuto di mercurio pari a 3,9 mg/kg — ovvero 13 volte superiore al limite applicato a pesci come il merluzzo. Questi valori riflettono un accumulo di mercurio nel tonno dovuto alla sua posizione al vertice della catena alimentare: ogni preda ingerita contribuisce ad aumentare la concentrazione di metalli pesanti, rendendo questo pesce uno dei più contaminati tra quelli comunemente consumati in Europa.

Perciò, che il tonno sia conservato in vetro o in lattina, il rischio legato al mercurio non cambia. Ma scegliere il tonno in vetro è comunque preferibile dato che, a differenza delle scatolette, non comporta il rischio di contaminazione da BPA, una sostanza chimica che può migrare dal rivestimento delle lattine nel cibo e avere effetti dannosi sulla salute.

Perché per il tonno sono concessi limiti di mercurio più alti rispetto ad altri pesci?

Secondo BLOOM, la differenza dei limiti di mercurio tra specie ittiche non ha fondamenti sanitari. Ad esempio, la soglia massima di mercurio consentita per il tonno è tre volte superiore rispetto a quella di altre specie come il merluzzo. Ciò è dovuto a scelte economiche, più che a reali valutazioni sanitarie, giustificate per garantire la commercializzazione di una specie così diffusa in Europa.

Quali sono i rischi per la salute?

Anche piccoli consumi di tonno possono esporci a dosi di mercurio che costituiscono un serio rischio per il sistema nervoso umano. Questa sostanza tossica, nota per la sua capacità di attraversare la barriera ematoencefalica, si accumula nel corpo con conseguenze potenzialmente gravi. Uno studio condotto dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) negli Stati Uniti ha rilevato che livelli elevati di metilmercurio nel sangue sono associati a un rischio significativo di effetti neurotossici, in particolare nei bambini e nei feti, poiché il mercurio può compromettere lo sviluppo cerebrale.

Per le donne in gravidanza, l’assunzione di mercurio anche a basse dosi è preoccupante: ricerche pubblicate nel “New England Journal of Medicine” evidenziano come l’esposizione prenatale al mercurio possa causare ritardi cognitivi, disturbi dell’attenzione e problemi di sviluppo motorio nei bambini. Altri studi, tra cui una revisione dell’Environmental Health Perspectives, riportano che il consumo frequente di pesci di grandi dimensioni, come il tonno, è associato a un aumento di problemi di memoria e riduzione delle capacità cognitive negli adulti.

Essendo un predatore apicale, il tonno accumula mercurio attraverso la catena alimentare, in quantità circa dieci volte superiori rispetto a pesci più piccoli come la sardina o il merluzzo. Una meta-analisi condotta dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha stimato che per ogni incremento di metilmercurio nel corpo umano corrisponde un aumento di effetti neurotossici, con conseguenze potenzialmente irreversibili in casi di esposizione continuativa.

Come proteggersi?

BLOOM e Foodwatch chiedono una revisione urgente delle normative europee, proponendo di ridurre la soglia di mercurio per il tonno a 0,3 mg/kg e di escludere il tonno dalle mense di ospedali, scuole e asili. Inoltre, queste organizzazioni stanno facendo pressione su marchi della grande distribuzione perché limitino la promozione del tonno, specie quello contaminato.

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