I ricercatori tedeschi hanno messo alla prova un ampio campione di mais in lattina alla ricerca del pericoloso BPA. I risultati? La sostanza è presente in tutte le referenze analizzate
Il mais precotto in lattina è un prodotto sempre presente nella nostra dispensa, in virtù della sua innegabile praticità e della velocità con cui può essere aggiunto a un’insalata o a un piatto di verdure.
Tuttavia, circa 200 anni dopo la sua invenzione, la reputazione della lattina è stata messa in discussione dalla ricerca scientifica, che ne ha evidenziato i possibili rischi per la salute.
Il motivo? La presenza di bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica pericolosa per l’essere umano, che può essere rilasciata dalla vernice delle lattine di metallo – e in quantità maggiori rispetto a quanto si pensava finora.
Lo conferma un recente test condotto dalla rivista dei consumatori tedeschi Öko-Test, che ha preso in esame alcune delle confezioni di mais precotto più diffuse sul mercato.
I risultati del test sono tutt’altro che positivi: in 21 dei prodotti analizzati si sono riscontrati livelli “fortemente elevati” di BPA, e solo in 5 confezioni non è stata rilevata la presenza della sostanza .
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Il test
Per questa indagine, i ricercatori hanno selezionato un campione di 26 barattoli di mais, di cui 15 provenienti da agricoltura biologica; i prezzi variavano tra 87 centesimi e 2,22 euro per 250 grammi di mais (peso sgocciolato).
Hanno preferito il mais in lattina, optando per il mais in barattolo solo se un fornitore non aveva un prodotto in lattina sul mercato. Laboratori specializzati hanno esaminato tutti i prodotti alla ricerca di:
- residui di pesticidi
- metalli pesanti come cadmio e piombo
- mais geneticamente modificato
- muffe tossiche come zearalenone e aflatossine (che possono essere prodotte sia durante la coltivazione che durante stoccaggio del mais)
- bisfenolo A.
I ricercatori, inoltre, hanno fatto testare tutti i coperchi e i barattoli per verificare la presenza di composti PVC/PVDC/clorurati dannosi per l’ambiente.
La criticità più grave in questo test è, come abbiamo anticipato, la presenza massiccia di BPA in quasi tutti i prodotti testati – in alcuni casi in dosi 400 volte superiori ai limiti raccomandati per tutelare la salute dei consumatori.
Il bisfenolo A è una sostanza chimica nota per il suo effetto ormonale ed è ufficialmente classificata nell’UE come probabilmente tossica per la riproduzione.
L’anno scorso, un nuovo rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha messo in luce un ulteriore rischio per la salute umana derivante dall’esposizione al BPA: il composto potrebbe avere un impatto sul sistema immunitario.
E ancora, attualmente la ricerca scientifica sta valutando altri possibili pericoli del bisfenolo – come il collegamento con l’obesità o i problemi comportamentali nei bambini.
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Nonostante gli evidenti rischi per la salute umana, il bisfenolo A viene ancora utilizzato per produrre le resine epossidiche che rivestono la parte interna delle lattine destinate all’uso alimentare (mais e non solo).
Questo rivestimento evita il contatto diretto tra il cibo e il metallo, che potrebbe rilasciare sostanze nocive negli alimenti e conferire un gusto metallico, e proteggere il metallo dalla corrosione (provocata dall’acidità di alcuni cibi, come la frutta e la verdura).
Anche se l’industria ha sviluppato lattine con rivestimenti interni senza BPA, molti produttori utilizzano ancora BPA nei rivestimenti esterni e interni delle confezioni, andando a contaminare il cibo che contengono.
Un’altra possibilità di contaminazione è rappresentata dal processo di sterilizzazione del mais in scatola, durante il quale i chicchi di mais vengono riscaldati fino a 121 gradi e le sostanze chimiche indesiderate possono migrare dalla vernice del barattolo al contenuto per via delle alte temperature.
La Commissione Europea sta attualmente valutando il divieto del BPA per l’uso nei materiali a contatto con gli alimenti: se il divieto verrà approvato, i prodotti in scatola potrebbero essere meno contaminati, a vantaggio della salute dei consumatori.
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Ma c’è una buona notizia che arriva dall’indagine tedesca: a parte il BPA, non sono state trovate altre sostanze preoccupanti nel mais in scatola (muffe, tossine, metalli pesanti, pesticidi o OGM).
I risultati
La contaminazione da BPA ha penalizzato tutti i prodotti analizzati, tranne quelli confezionati nel vetro (un materiale che, come sappiamo, non rilascia bisfenolo nei prodotti).
Ecco perché, mentre i 5 prodotti confezionati nel vetro hanno ottenuto un giudizio “molto buono”, tutte le altre referenze sono state valutate con “sufficiente”.
Il test è stato condotto in Germania, quindi la maggior parte dei prodotti analizzati è disponibile solo sul mercato tedesco. Tuttavia, fra le referenze, troviamo qualche prodotto disponibile anche in Italia:
- Mais BIO “Naturgut” Penny, con giudizio “Sufficiente”, penalizzato per la forte presenza di BPA
- Bonduelle GOLD Mais, con giudizio “Sufficiente”, penalizzato per la forte presenza di BPA
- Mais “Freshona” LIDL, con giudizio “Sufficiente”, penalizzato per la forte presenza di BPA.
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Fonte: Öko-Test
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