Chi mangia tonno in scatola dovrebbe sempre leggere le etichette stando attento ai diversi dettagli, non solo tipologia di tonno, se è sott'olio al naturale, ecc. ma anche fare una valutazione di tipo "ambientale" ovvero capire da dove arriva, valutando zona e modalità di pesca
In merito alle etichette che si trovano sulle scatolette di tonno la legge europea è molto chiara e devono esserci obbligatoriamente una serie di specifiche. Non solo va indicata la specie ittica (con il nome sia commerciale che scientifico del tonno) ma anche la provenienza, ovvero dove è stato pescato e con quale tecnica.
Questi sono aspetti molto importanti in quanto alcune specie di tonno sono più a rischio di altre e alcune zone di pesca sono considerate migliori di altre proprio in quanto lì le popolazioni di tonno sono più numerose e “sane”. Ma dove si trovano tali indicazioni in etichetta?
La zona di pesca in genere si trova vicino alla data di scadenza ed è indicata con FAO, che sta per zona FAO di pesca. Si tratta infatti di aree geografiche definite dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, in inglese Food and Agriculture Organization (FAO).
Ad esempio per il Thunnus albacares, il tonno a pinne gialle, tra i più presenti sul mercato, il WWF segnala le zone FAO e le tipologie di pesca da preferire e quelle da evitare.
Da preferire
- Pacifico occidentale e centrale FAO 61, 71, 81
- Lenze a mano
Seconda scelta
- Pacifico occidentale e centrale (area WCPF) FAO 61, 71, 77, 81, 87
Ciancioli senza dcp - Oceano Atlantico FAO 21, 27, 31, 34, 41, 47; Oceano Indiano FAO 51, 57
Lenze a mano
Da evitare
- Mondo intero
Palangari pelagici, ciancioli con dcp - Mondo intero (eccetto Pacifico occidentale e centrale)
Ciancioli senza dcp - Pacifico centro-occidentale FAO 71: Filippine, Indonesia; Oceano Indiano FAO 51, 57
Reti da posta
In realtà, secondo l’ultima classifica sul tonno realizzata da Altroconsumo nel 2020 ( Tonno in scatola: occhio a olio e specie. Le marche promosse e bocciate da Altroconsumo ), chi vuole fare una scelta più sostenibile dovrebbe acquistare le marche che utilizzano tonnetto striato, che non è considerato fra le specie a rischio di estinzione, piuttosto che il tonno a pinna gialla (che però è più pregiato) la cui sopravvivenza è maggiormente minacciata.
Proprio in base alla condizione delle popolazioni di tonno, Altroconsumo suggerisce:
- Zone consigliate: Pacifico occidentale e centrale: FAO 61, 71, 81
- Zone sconsigliate: Oceano Atlantico: FAO 31, 34, 41, 47; Oceano Indiano: FAO 51, 57
C’è poi il discorso del metodo di pesca, tra i più utilizzati vi è quello con reti a circuizione con utilizzo di FAD, oggetti galleggianti che attirano pesci di ogni genere a altri animali (tra cui i delfini) che vi finiscono incastrati. Anche la pesca con palamiti (o palangari) non è sostenibile, meglio prediligere tonno pescato a canna o con reti a circuizione su banchi liberi (si tratta di sistemi selettivi che evitano la morte di altre specie).
Per altre informazioni utili a leggere correttamente le etichette del tonno e di altro pesce in scatola potete leggere il seguente articolo:
Fonte: WWF
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