Se amate sgranocchiare le noci del Brasile come spuntino, ve lo diciamo subito: i risultati di questo test vi scioccheranno. In una delle sue ultime indagini, la rivista Öko-Test ha preso in esame proprio diversi campioni di questa tipologia di frutta secca, sottolineandone alcuni aspetti poco noti e controversi
Gli esperti tedeschi hanno testato 21 prodotti: tutte noci brasiliane sgusciate, di cui 8 referenze biologiche. Si tratta di marche tipiche del mercato tedesco e solo alcune si possono acquistare anche in Italia.
Il test è comunque molto utile perché dà delle indicazioni importanti, valide al di là del Paese in cui si acquistano queste noci, che vengono prodotte sempre nelle zone meridionali della foresta amazzonica e dunque hanno un’origine comune, indipendentemente dalle marche e dai punti vendita.
Tornando al test, alcuni laboratori accreditati hanno valutato i vari campioni di noci per vedere se e in che misura contenevano sostanze radioattive (più precisamente Radio 226 e 228) ma anche bromuro, che si trova naturalmente nel suolo ma che può indicare in alcuni casi un possibile trattamento con il bromuro di metile fumigante (sostanza vietata in tutto il mondo già dal 2015).
Valutata anche la presenza di:
- perclorato, che può entrare nelle noci attraverso l’acqua che è stata trattata con agenti contenenti cloro per la disinfezione
- aflatossine, tossine della muffa che si formano principalmente con il calore e l’umidità
- germi patogeni come salmonella o E. coli
- plastificante DEHP
- residui di oli minerali come MOSH e MOAH
Analizzato anche il contenuto in magnesio, fosforo, bario e selenio nei vari pacchetti di noci. Gli esperti sensoriali si sono occupati invece di valutare l’odore, il gusto, la consistenza e l’aspetto delle noci brasiliane.
I risultati
Gli esperti tedeschi puntualizzano subito la cosa più importante che emerge dal loro test:
Saremo lieti di consigliare le noci del Brasile come spuntino salutare. I vegani in particolare potrebbero coprire la loro assunzione di selenio in modo naturale. Ma la foresta pluviale sudamericana ha un problema con la radioattività. E questo non è l’unico punto di critica nel test.
Il problema, in parole povere, è questo: le noci del Brasile contengono ingredienti preziosi e salutari come acidi grassi, vitamine, fibre e sali minerali tra cui selenio ma hanno lo svantaggio di accumulare sostanze radioattive.
Come si legge su Öko-Test:
Le noci del Brasile accumulano molte più sostanze radioattive rispetto ad altri alimenti. Perché gli alberi, spesso molto vecchi e alti fino a 60 metri, hanno un apparato radicale molto ramificato, attraverso il quale assorbono le sostanze presenti nel suolo – compreso il radio – in concentrazioni particolarmente elevate.
E poi si aggiunge che:
I valori del radio misurati nel nostro test in laboratorio sono relativamente elevati e si traducono in una dose efficace compresa tra 84 e 188 microsievert (µSv) per due noci del Brasile al giorno all’anno. Per confronto: un volo da Francoforte a New York e ritorno risulta di circa 100 µSv.
Si capisce ancora meglio quanto sia elevata l’esposizione alle radiazioni tramite le noci del Brasile con l’esempio dell’esposizione media annua alle radiazioni naturali in Germania, che è di circa 2.100 microsievert (µSv) per persona. Secondo l’Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni (BfS), circa 300 µSv di queste sono attribuibili ogni anno all’alimentazione.
È evidente che se mangiamo noci del Brasile frequentemente, per raggiungere (o superare) questo livello ci vuole poco. Secondo le autorità, il consumo di due noci brasiliane al giorno aggiungerebbe 160 µSv e quindi una buona metà in più.
Ma gli esperti tedeschi specificano:
Con l’esposizione alle radiazioni a questo livello, tuttavia, nessuno dovrebbe aspettarsi conseguenze negative per la salute. Su richiesta di ÖKO-TEST, tuttavia, gli esperti di radiazioni consigliano di assumere il selenio tramite integratori alimentari, come alternativa priva di radiazioni.
Insomma, se mangiamo noci del Brasile per assicurarci una buona dose di selenio, meglio scegliere altro, anche perché questa frutta secca non è consigliata per coprire del tutto il fabbisogno di questo minerale.
Il test evidenzia inoltre che alcune noci brasiliane contengono troppo bario. Oltre al radio, infatti, gli alberi di noce del Brasile assorbono molto bario ma l’eccesso di questa sostanza nel nostro organismo può causare ipertensione e influenzare negativamente la funzione renale.
Nove prodotti del test avevano livelli “aumentati” di bario e uno addirittura li aveva “fortemente aumentati”.
In 14 prodotti nel test, infine, vi erano livelli misurabili di perclorato. Una spiegazione potrebbe essere che le noci del Brasile vengono spesso trattate con vapore o messe a bagno per poter rompere il guscio che è estremamente duro. Il perclorato può formarsi quando l’acqua viene clorata per la disinfezione.
A lungo termine, l’esposizione a questa sostanza può inibire l’assorbimento dello iodio e alterare temporaneamente i livelli dell’ormone tiroideo.
Le noci del Brasile sono anche molto suscettibili alle infestazioni di muffe. Le aflatossine non sono un particolare problema rilevato dal test ma gli esperti consigliano di scartare sempre le noci che hanno un sapore o retrogusto amaro o rancido.
Le marche migliori e peggiori
Dei 21 prodotti del test, ben 13 sono stati giudicati “scadenti” o “insufficienti” e comunque anche gli altri ottengono massimo un “soddisfacente”. Nessun prodotto è promosso a pieni voti, insomma.
Nelle seguenti infografiche potete vedere le varie marche analizzate e i risultati. Le noci del Brasile vendute da Lidl sono tra i prodotti peggiori mentre quelle di Rapunzel, che ottengono “soddisfacente”, sono tra le referenze migliori.
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Fonte: Öko-Test
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