Latte fermentato: il più grande stabilimento produttivo del mondo sta per aprire in Danimarca, senza mucche

È come il latte vaccino, ma è prodotto grazie all’azione dei lieviti (e senza le mucche): così una start up israeliana, che ora arriva anche in Europa, crea un latte fermentato più sostenibile ed etico

È un caseificio, ma senza le mucche. Remilk, start up israeliana fondata nel 2019, ha come obiettivo quello di ricreare in laboratorio prodotti caseari copiando il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche e facendolo fermentare con l’aiuto dei lieviti – senza coinvolgere più le bovine.

Sarà la presenza del lievito a favorire la moltiplicazione di proteine identiche a quelle di origine animale, che saranno poi combinate con vitamine, sali minerali, grassi e zuccheri per dare corpo a formaggi e latticini.

I prodotti Remilk, assicurano gli ideatori, sono indistinguibili dai latticini prodotti con latte vaccino e presentano la stessa consistenza, lo stesso gusto e la stessa corposità dei tradizionali prodotti caseari. Oltre a non sfruttare le mucche da latte, le proteine di Remilk sono anche prive di zuccheri e grassi di origine animale (lattosio e colesterolo) e quindi adatti anche agli intolleranti o a persone che soffrono di problemi cardiocircolatori.

(Leggi anche: “Questo non è lat*e”: il marketing furbo di Alpro usato per le nuove bevande vegetali)

Ora Remilk annuncia l’apertura di un nuovo impianto a Kalundborg, in Danimarca: la fabbrica sarà costruita con un investimento iniziale di 120 milioni di dollari all’interno di un parco eco-industriale chiamato Progetto Symbiosis, su un’area di quasi 70.000 metri quadrati, e diventerà l’impianto di produzione di latte per fermentazione più grande del mondo.

Il motore dietro questa start up è la sostenibilità: come spiegato dagli ideatori del progetto, non è più pensabile e sostenibile continuare a produrre cibo partendo dallo sfruttamento degli animali. Ecco perché l’intero meccanismo di produzione del latte vaccino è stato ridotto ad un microbo unicellulare: questo eviterà lo sfruttamento dell’animale e abbatterà i costi (economici e ambientali) del mantenimento di una mucca intera.

il sistema di produzione Remilk si pone fino a 100 volte più efficiente rispetto al sistema caseario tradizionale, 25 volte più efficiente dal punto di vista delle materie prime, 20 volte più efficiente nell’ottimizzazione dei tempi e fino a 10 volte più efficiente dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse idriche.

Insomma, una vera e propria rivoluzione alimentare che si innesta in una fetta di mercato parallela a quella delle bevande vegetali (a base di soia, avena, riso, cocco, mandorla) e che aspira addirittura ad ottenere l’etichetta animal free – anche se è ben lontano dall’essere un prodotto 100% vegetale.

Per chi fosse curioso, ecco come funziona il processo produttivo del latte fermentato:

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Fonti: Times of Israel / Remilk

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