Il nuovo test del Salvagente ha analizzato 12 insalate in busta (valeriana o songino) per rilevare tracce di pesticidi, nitrati e microrganismi. Ecco cosa è emerso e le 2 marche che sono risultate peggiori
Indice
La praticità è indubbiamente il loro punto di forza: apri la confezione, condisci e sei subito pronto a gustarle. Parliamo delle insalate in busta che hanno conquistato molti consumatori proprio grazie alla comodità che offrono, non a caso sono tra i prodotti più venduti nel reparto ortofrutta. Ma quanto sono davvero sicure e di qualità?
Per scoprirlo, un nuovo test del Salvagente ha analizzato 12 insalate in busta (nello specifico si trattava di songino o valeriana), prodotti delle seguenti marche:
- Barduca bio (Natura Sì)
- Bonduelle
- Carrefour
- Conad
- Consilia
- Coop
- Esselunga (ed Esselunga Bio)
- Eurospin
- In’s
- Lidl
- Todis
Le analisi dei campioni, scelti tra le referenze più diffuse sul mercato (comprese due insalate biologiche), sono state condotte da laboratori accreditati, che hanno valutato sicurezza microbiologica, igiene e presenza di pesticidi e nitrati.
I giudizi finali sono stati assegnati considerando diversi fattori: il 50% del punteggio è stato determinato dalla presenza di residui di pesticidi, valutando il numero totale delle molecole e il profilo di rischio. Il 30% del punteggio deriva dalle analisi microbiologiche, suddivise in un 15% per la quantità di microrganismi totali e un 15% per i coliformi. Infine, il 20% del punteggio è stato attribuito in base alla quantità di nitrati presenti nei campioni.
I risultati
Partiamo dalla buona notizia: tutte le insalate testate risultano conformi ai limiti di legge per quanto riguarda la sicurezza microbiologica. Nessuna traccia di batteri pericolosi come Listeria monocytogenes, Salmonella o Escherichia coli, spesso protagonisti di scandali alimentari, come quello che a settembre ha portato al ritiro dal mercato di trenta marchi contaminati.
Purtroppo, però, emergono problemi relativi alla carica totale di microrganismi e alla presenza di coliformi, batteri legati al terreno. In alcuni campioni, i valori superano di molto i livelli guida stabiliti da alcuni bandi comunali per le mense pubbliche.
In particolare, due prodotti registrano rispettivamente 500 e 440 milioni di microrganismi totali, contro i 5-50 milioni considerati accettabili. Come spiega il Salvagente:
Se per la conta totale, i numeri che abbiamo registrato sono probabilmente legati a uno shock termico (catena del freddo non rispettata), per i coliformi si tratta di processi di sanificazione non adeguati. Non c’è un rischio immediato per i consumatori, ma gli esperti consigliano un lavaggio domestico.
C’è poi il discorso pesticidi. Nessun campione è risultato completamente privo di pesticidi, neanche quelli biologici. Si va da una singola traccia di residuo (sotto lo 0,01 mg/kg) a un massimo di 8 molecole diverse nella stessa confezione, il che ci fa tornare subito alla mente i possibili rischi per la salute dell'”effetto cocktail“.
Tra i pesticidi rilevati, tra l’altro, alcuni sono sospettati di essere cancerogeni o interferenti endocrini (fenhexamid, fludioxonil e il fluopyram).
Per quanto riguardata i nitrati, infine, i livelli dei campioni erano tutti entro i limiti di legge ma con grandi differenze. Questi composti, presenti naturalmente nelle insalate e spesso legati all’uso di fertilizzanti, possono trasformarsi in nitrosammine potenzialmente cancerogene. Nel test, le concentrazioni oscillano tra 383 mg/kg e 4.566 mg/kg, con un solo prodotto che si avvicina al limite massimo consentito di 5.000 mg/kg.
Le insalate in busta peggiori
Tra le insalate in busta analizzate, due in particolare si sono distinte negativamente per la presenza di pesticidi e per la scarsa igiene. Si tratta di:
- Eurospin Foglia Verde: penalizzata per la presenza di pesticidi come chlorantraniliprole (0,072 mg/kg) e difenocolazole (0,028 mg/kg), insieme a 3 tracce di altri fitosanitari. Dal punto di vista igienico, il prodotto ha ottenuto una valutazione mediocre, con un livello di nitrati pari a 4.566 mg/kg, che si avvicina al limite massimo consentito. Il punteggio finale di questa insalata è di 4,5
- Consilia Valeriana Filiera Controllata: ha ottenuto lo stesso punteggio di 4,5, con un profilo di pesticidi altrettanto preoccupante. Sono stati trovati acetaprid (0,031 mg/kg), fludioxonil (0,145 mg/kg), e spinosad (0,263 mg/kg), oltre a 5 tracce di altre sostanze. L’igiene è stata giudicata come media e i nitrati presenti sono a livelli relativamente bassi (2.080 mg/kg)
Per conoscere i risultati completi del test sulle insalate in busta, fate riferimento al numero di dicembre 2024 del Salvagente.
Scegliamo insalata sfusa
Nonostante il costo decisamente superiore delle insalate in busta, che si aggira tra i 10 e i 12 euro al kg, rispetto ai 2-2,50 euro al kg per i cespi interi, il comparto delle insalate confezionate, noto come IV gamma, continua a dominare il mercato. In Italia, il settore vale un miliardo di euro e vende circa 800 milioni di confezioni ogni anno.
L’ideale, però, per chi desidera un’opzione più economica e con un minor impatto ambientale, è scegliere l’insalata sfusa (meglio se da agricoltura biologica). Naturalmente, è importante lavarla sempre prima del consumo.
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Fonte: Il Salvagente
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