Glifosato nei marchi di pasta italiana, la replica delle aziende dopo i risultati del test svizzero

Un recente test condotto in Svizzera ha rivelato (o meglio ricordato) che, anche nella pasta italiana, possono nascondersi piccole tracce di glifosato. Ma le aziende come spiegano queste contaminazioni e sono davvero pericolose?

Quello della presenza di glifosato nella pasta e in altri alimenti è un tema che ci sta particolarmente a cuore, non solo per i possibili risvolti per la salute ma anche per motivi ambientali.

Se volete conoscere o “ripassare” alcune informazioni importanti in merito a questo erbicida controverso, ovvero di cosa si tratta, dove si trova e i possibili rischi per la salute e l’ambiente potete leggere: Glifosato, dove si trova e quanto è tossico il diserbante

Tornando alla sua presenza in piccolissime tracce (ben al di sotto dei limiti di legge) nella pasta, un test di qualche settimana fa ha trovato glifosato in 4 note marche di pasta italiana (o venduta in Italia):

  • Agnesi
  • Divella
  • Garofalo
  • Combino (Lidl)

Si trattava più nello specifico delle seguenti varietà di pasta:

  • tagliolini Agnesi
  • spaghetti Divella e Garofalo
  • tagliatelle Lidl Combino (queste però ha precisato Lidl Italia non vengono in realtà distribuite nei punti vendita italiani del marchio).

Nel seguente articolo trovate tutte le specifiche del test condotto in Svizzera.

Leggi anche: Pasta al glifosato, un nuovo test conferma la presenza dell’erbicida in queste 4 marche vendute in Italia

La replica delle aziende

Dopo l’articolo sulla pasta al glifosato ci ha scritto Lidl Italia per specificare una cosa molto importante, ovvero che:

Per la referenza “Combino Bio Organic Spaghetti” (tra i migliori del test, n.d.r), il prodotto testato corrisponde a quello venduto nei punti vendita Lidl in Italia. Mentre per l’altro prodotto testato, le “Tagliatelle Combino”, trattasi di un prodotto differente in quanto il fornitore è diverso da quello che produce la pasta venduta in Svizzera.

Le tagliatelle Combino Bio citate nel test, quindi, NON SONO le stesse vendute nei punti vendita Lidl Italia.

Leggi anche: Trovato glifosato nella pasta, ma è venduta anche in Italia? La replica di Lidl

La rivista Il Salvagente ha raccolto la replica delle altre aziende coinvolte nel test che si sono difese ribadendo i livelli davvero molto bassi di glifosato presenti nella loro pasta. Ecco cosa hanno detto.

Divella

Entrando nel merito dei risultati, da un controllo dei rapporti di analisi su pasta o semola effettuati negli ultimi 18 mesi, questi hanno rilevato valori di glifosate al di sotto del limite di rilevabilità. Dopotutto, anche il risultato del test da voi segnalato riporta, tra i risultati, valori infinitesimali rispetto ai limiti di legge, dove il glifosato risulta pari a 0,023 mg/kg contro un limite di legge pari a 10 mg/kg = 435 volte inferiore ai limiti fissati dalla legge comunitaria in vigore, rispetto anche al possibile valore dell’incertezza di misura che viene calcolato applicando un valore di default pari al 50% (fattore di copertura 2 corrispondente ad un livello di confidenza pari al 95%), così come previsto al punto E10 del documento Sante 11945/2015 per il quale valore di incertezza il risultato del test sarebbe al di sotto del limite di quantificazione (Loq).

Garofalo

L’azienda Pastifico Garofalo sottolinea un attento e scrupoloso controllo su tutte le materie prime. In particolare, in merito alla tabella di test pubblicata dal mensile svizzero tedesco Ktipp precisa che il valore di 0,019 attribuito al prodotto spaghetti Garofalo è mille volte inferiore al limite di legge. Come indicato nella tabella il limite di rilevabilità è di 0,010 quindi si tratta di un numero ai limiti della rilevabilità. Inoltre l’azienda controlla tutte le materie prime in entrata affinché non contengano glifosato.

Agnesi

Agnesi ha spiegato che il grano usato nella pasta venduta in Svizzera è diverso da quello che si usa in Italia dove la pasta è realizzata con grano 100% italiano.

Riguardo al test ha dichiarato:

In merito alla gestione dei contaminanti provenienti dalle coltivazioni agricole, Agnesi ha avviato un programma di gestione di filiere agricole integrate, al fine di poter ridurre l’uso di alcuni prodotti in agricoltura, portandone i residui ben al di sotto degli attuali limiti di legge. Tale attività risulta essere molto impegnativa e richiede tempi medio/lunghi per la sua piena realizzazione. Si tratta infatti di intervenire, oltre che sulle pratiche agricole, anche su tutto il sistema di trasporto, molitura e stoccaggio che interessa la filiera del frumento duro, da cui ottenere la semola per le produzioni di pasta. Ci preme segnalare che, anche le semole non ancora provenienti da tali filiere selezionate, hanno parametri di gran lunga inferiori ai cogenti limiti di legge. Nel caso di specie, il valore del glifosato trovato è pari a 0.039 ppm oltre 250 volte inferiore al limite di legge pari a 10 ppm. Il nostro impegno, anche in considerazione dei fatti internazionali ai quali il mondo delle produzioni agro-alimentari è sottoposto in questi ultimi mesi, è tale da perseguire come scopo primario il processo di miglioramento continuo delle caratteristiche nutrizionali e di sicurezza dei prodotti alimentari offerti ai consumatori.

Si tratta, come avrete capito, di contaminazioni non pericolose per la salute e non c’è bisogno di allarmarsi ma allo stesso tempo è anche vero che ci piacerebbe consumare pasta senza glifosato o altri pesticidi e, dato che altri marchi hanno dimostrato che è possibile, speriamo che tutti si adeguino a breve.

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Fonte: Il Salvagente  

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