L'Unione Europea ha inserito la "pizza napoletana" fra le specialità tradizionali garantite per tutelare la qualità di questa eccellenza gastronomica famosa in tutto il mondo
La pizza napoletana è una delle eccellenze della nostra cultura culinaria e uno dei piatti più amati e apprezzati al mondo. Un impasto semplice, fatto di farina e acqua, un condimento ricco e gustoso, una rapida cottura in forno a legna: ecco le componenti che rendono questo prodotto locale così iconico e riconoscibile.
Tuttavia, come accade per tutti i prodotti alimentari che meglio ci rappresentano nel mondo, la pizza è anche oggetto di molte contraffazioni, che ingannano i consumatori proponendo un prodotto non genuino, non realizzato “a regola d’arte”.
Per limitare il rischio di contraffazioni e la circolazione di “false pizza napoletane”, l’Unione Europea ha disposto un regolamento ad hoc che protegge la ricetta autentica dalle imitazioni, classificandola come STG – specialità tradizionale garantita.
In pratica, a partire dal prossimo 18 dicembre, nessuno potrà più scrivere la dicitura “pizza napoletana” sul proprio menù o sulla confezione del prodotto inscatolato se non verranno rispettate le regole previste dal disciplinare di produzione su ingredienti, metodi di preparazione e cottura.
La dicitura “Pizza napoletana” potrà essere utilizzata sulle confezioni o nei menù di ristoranti e pizzerie in Italia e nell’Unione Europea solo se saranno garantite alcune caratteristiche relative alla preparazione, ovvero:
- le ore minime di lievitazione
- la stesura a mano della pasta
- le modalità di farcitura
- la cottura esclusivamente in forno a legna a una temperatura di 485°C
- l’altezza del cornicione di 1-2 cm.
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I limiti riguardano anche l’utilizzo di materie prime di base, che devono essere rigorosamente Made in Italy. Essi sono:
- olio extravergine d’oliva
- basilico fresco
- la Mozzarella di Bufala Campana DOP (in alternativa, la Mozzarella tradizionale STG)
- pomodori pelati, oppure pomodorini freschi.
Se la “Pizza Napoletana” non avrà tutte queste caratteristiche – scrive in una nota la Coldiretti – si configurerà un illecito sul quale l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi (Icqrf) è già al lavoro per aggiornare le relative disposizioni sanzionatorie inerenti alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari.
Ricordiamo che, già dal 2017, l’arte dei pizzaioli napoletani è entrata a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, un riconoscimento volto a proteggere e tutelare questa tradizione culinaria dalle imitazioni e del trascorrere del tempo.
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Fonte: Coldiretti