Un nuovo test mostra che, nella gran parte dei casi, i detersivi in polvere ecologici sono più biodegradabili di quelli tradizionali
Chi utilizza detersivi per la lavatrice in polvere sa che in commercio si trova un’ampia scelta di prodotti e marche, anche ecologiche. Per scoprire il grado di biodegradabilità di alcuni di questi detersivi, Bon à Savoir ha condotto un test in cui ne ha valutati 10.
La rivista dei consumatori svizzeri, in uno dei suoi ultimi test, ha analizzato alcuni marchi noti di detersivi in polvere, molti dei quali venduti nei supermercati della Svizzera ma alcuni presenti anche in Italia.
L’obiettivo era testare la biodegradabilità sia delle varianti tradizionali che dei prodotti ecologici. I detersivi industriali contengono infatti molti elementi chimici, tra cui i tensioattivi, sostanze che ricoprono lo sporco e permettono di staccarlo dal bucato ma che sono tossiche per gli organismi acquatici. Per questo la biodegradabilità dei tensioattivi è richiesta dalla legge.
Ma tornando più nello specifico al confronto tra i prodotti, il laboratorio che ha effettuato l’analisi è stato incaricato di testare la degradazione dei detersivi in polvere dopo 28 giorni.
Si trattava di 6 detersivi con marchio di qualità ecologica e 4 prodotti selezionati tra i migliori detersivi in base ai risultati di un precedente test effettuato dalla stessa rivista nel 2017.
I risultati
Gli esperti svizzeri evidenziano che, con una sola eccezione, le varianti ecologiche sono meno dannose per l’ambiente rispetto ai prodotti convenzionali.
La polvere da bucato ecologica Sonett (venduta anche in Italia), ha dato i migliori risultati: il 97% del prodotto si è decomposto dopo 28 giorni. Anche Omo Sensitive di Coop Oecoplan , decisamente più economico, offre un’ottima biodegradabilità (96%).
Ci sono poi le varianti ecologiche (Ecover, L’Arbre Vert e Migros Plus Oeco Power) che hanno raggiunto tassi intorno al 90%.
L’unico prodotto ecologico definito “un’eccezione” si è rivelato il detersivo per bucato economico Blink che si è degradato dopo 28 giorni al 74%, un risultato uguale a quello di un detersivo tradizionale, Persil. Per questo motivo entrambi sono in fondo alla classifica ma, specifica la rivista svizzera, questo valore non è ancora negativo:
A partire da una soglia del 60%, i detersivi sono considerati “facilmente biodegradabili”, secondo gli standard OCSE. Per un prodotto ecologico, però, il risultato è deludente.
Poco sopra, con un biodegradabilità al 78%, troviamo anche il detersivo in polvere Ariel.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Bon à Savoir
Leggi anche:
- Detersivi in polvere per il bucato: efficaci ma troppo inquinanti. I migliori e i peggiori secondo un test tedesco
- Detersivi per lavatrice, quale marca pulisce meglio ed è anche sicura? Il test francese
- Detersivi per la lavatrice liquidi e capsule: troppi allergizzanti e siliconi. Dash tra i peggiori. Il test francese
- Detersivi liquidi per lavatrice: quelli davvero efficaci sono troppo inquinanti, quelli ecologici poco efficaci sulle macchie. Il test
- Quanto inquina il nostro bucato? Le MARCHE dei detersivi più dannosi per il mare