Nonostante la lavastoviglie sia ormai molto diffusa, il detersivo per i piatti è un prodotto che ugualmente tutti abbiamo in casa. L’offerta sugli scaffali dei supermercati è molto ampia e per valutare quali siano i prodotti migliori, un nuovo test francese ha voluto confrontare diverse marche di detersivi, tradizionali ed ecologici.
Quando dobbiamo acquistare un detersivo per i piatti troviamo un po’ di tutto: i produttori tentano di attirare nuovi acquirenti “giocando” sulle diverse profumazioni, sul potere particolarmente sgrassante del loro prodotto, sull’essere antibatterico, rispettoso della pelle sensibile o addirittura ipoallergenico.
In questi anni è cresciuto tanto anche il mercato dei detersivi ecologici, vista la crescente sensibilizzazione dei consumatori nei confronti dell’impatto ambientale dei prodotti che utilizzano.
Considerando tutto questo, non stupisce che in supermercati, discount e negozi di articoli per la casa, si trovi un’ampia disponibilità di detersivi per i piatti, il che potrebbe rendere difficile scegliere il prodotto ideale.
Per aiutare i consumatori, la rivista Que Choisir ha confrontato 19 detersivi per i piatti, venduti principalmente sul mercato francese ma alcuni dei quali presenti anche in Italia.
Ogni prodotto è stato testato in quanto ad efficacia (ovvero se funzionava su una miscela di grassi alimentari) e composizione. Per quest’ultimo aspetto sono state analizzate le schede di composizione dei detersivi pubblicate su internet dai produttori.
C’è stata però anche un’indagine condotta in laboratorio per misurare i livelli dei profumi allergenici (che devono comparire sulla confezione se aggiunti in livelli maggiori a 100 mg / kg) e la presenza di 4 conservanti altrettanto allergenici (MIT, MCIT, BIT, OIT).
I risultati
Tutti i detersivi per i piatti hanno superato il test di efficacia, ovvero ogni prodotto è risultato davvero sgrassante ma alcune referenze più economiche hanno superato i detersivi di marca per gli altri parametri considerati.
In generale, sono andati bene anche i detersivi ecologici che, con alcune eccezioni, hanno una composizione impeccabile. Ciò non sorprende, scrive la rivista, dal momento che il marchio di qualità ecologica impone restrizioni sull’uso di profumi e conservanti allergenici.
Per quanto riguarda proprio i conservanti controversi, il test segnala che molti produttori hanno rinunciato ad utilizzare il metilcloroisotiazolinone (MCIT), il metilisotiazolinone (MIT) e benzisotiazolinone (BIT), tutti molto allergenici, a favore dell’acido lattico, un conservante decisamente più accettabile.
Ci sono però alcuni prodotti che li utilizzano ancora e per questo sono stati penalizzati. Il consiglio è dunque quello di leggere le etichette per vedere se il detersivo che si vuole acquistare li contiene e nel caso lasciarlo dov’è.
Per quanto riguarda le possibili reazioni allergiche dovute alla composizione dei detersivi, la rivista consiglia di non lasciarsi abbindolare da diciture come “pelle sensibile”, “dermatologicamente testato” e similari. Bisogna fare affidamento sempre e solo sulle etichette.
La rivista suggerisce infine di evitare i detersivi per i piatti antibatterici. Come si legge:
Uccidere tutti i germi è impossibile, rischiamo di lasciare solo i ceppi più resistenti. Non c’è bisogno di correre questo rischio a caccia frenetica di germi. Una buona igiene è sufficiente.
Le marche migliori e peggiori
Al primissimo posto troviamo una referenza tipica del mercato francese (il detersivo Apta) mentre al secondo e al terzo posto della classifica ci sono il detersivo per piatti Una di Aldi e W5 di Lidl, anche se quest’ultimo contiene alcune tracce di profumi allergenizzanti.
A seguire vi sono Expert Power Clean all’aceto bianco di Carrefour e Palmolive eco respect 0% profumo-coloranti.
Buoni anche Maison Verte ed Eco Planet di Carrefour.
In fondo alla classifica troviamo il detersivo di Auchan, Visior (Leclerc) e in ultimissimo posto il detersivo Mir.
È di pochi mesi fa un altro test sui detersivi per i piatti (sempre francese) che era arrivato a risultati opposti, almeno sui marchi venduti da Lidl e Aldi che in quell’occasione erano risultati tra i peggiori. Questo può stupire, ma c’è da considerare che spesso i test prendono in esame parametri diversi.
Fonte: Que Choisir
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