Il documentario "Deforestazione Made in Italy" spiega il legame tra le eccellenze italiane e la deforestazione della foresta amazzonica
Cosa lega il Made in Italy alla deforestazione dell’Amazzonia? In che modo i consumatori sono complici della distruzione della foresta pluviale, minacciata dalla crescente deforestazione e dalle migliaia di incendi?
A queste domande risponde Deforestazione made in Italy, il documentario di Francesco De Augustinis, frutto di due anni di indagini tra Brasile, Italia ed Europa.
Un viaggio che racconta come il commercio di legname, pelli, carne di manzo e soia da destinare agli animali negli allevamenti colleghi il nostro Paese alla foresta amazzonica, contribuendo alla deforestazione e alla perdita irrecuperabile di biodiversità.
“Uno scorcio inedito sul rapporto diretto che esiste tra le principali eccellenze del made in Italy e la deforestazione tropicale” ha spiegato l’autore del documentario “La deforestazione tropicale è uno dei principali responsabili dell’emergenza che sta vivendo il nostro pianeta, per l’aumento delle temperature e la drammatica perdita della biodiversità. Ma allo stesso tempo viene percepita come un fenomeno remoto, che non dipende da noi. Questo film racconta il legame solido tra l’Europa e l’Italia delle eccellenze con la deforestazione tropicale, in particolare in Sudamerica. Un passaggio importante, per capire cosa non va del nostro modo di produrre e consumare, e iniziare a progettare un futuro che si basi su presupposti diversi”.
Il documentario, presentato il 15 agosto scorso a Grosseto al Clorofilla Film Festival, è tristemente attuale visti i record di deforestazione dell’Amazzonia registrati negli ultimi mesi, nonché le migliaia di incendi che dall’inizio dell’anno interessano la foresta.
Da gennaio ad oggi sono stati segnalati più di 73mila incendi in tutta l’Amazzonia, di cui oltre 10mila solo nel mese di agosto.
Gli incendi e la deforestazione hanno un impatto devastante sui cambiamenti climatici, oltre a mettere in pericolo la vita degli indigeni che abitano la foresta e a determinare la perdita di specie animali e vegetali.
Riflettere sui nostri acquisti e rivedere il nostro modo di consumare è uno dei piccoli passi che possiamo fare per fermare la distruzione dell’Amazzonia, patrimonio di inestimabile valore per ognuno di noi.
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Tatiana Maselli