In che modo la GDO sta affrontando il problema legato all’abuso di imballaggi in plastica monouso? Lo rivela un test, per il quale 8 catene di supermercati sono stati valutate per trasparenza, impegni volontari, supporto a politiche
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Non ci è difficile crederlo: se ci facciamo un giro in qualunque supermercato, la plastica abbonda eccome, a partire da improbabili imballaggi di frutta e verdura di cui si potrebbe benissimo fare a meno. E ora il dubbio viene soppiantato dalla certezza: i supermercati italiani non hanno un piano concreto per fare a meno della plastica monouso, né tanto meno per aumentare la vendita di prodotti con sistemi di riuso e ricarica.
La nostra grande distribuzione, insomma, mostra poco interesse – se non qualche eccezione – ad allontanarsi dal massiccio impiego di imballaggi e contenitori progettati per diventare rifiuti.
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A rivelarlo è la classifica “Carrelli di Plastica” – redatta da Greenpeace e ilfattoquotidiano.it per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento da plastica – in cui vengono rese pubbliche le valutazioni, relative al 2021, delle principali catene di supermercati italiani.
Il test
Il questionario è stato inviato alle principali insegne della GDO operanti in Italia e che rappresentano più del 70% delle quote di mercato:
- Conad
- Selex
- COOP
- Esselunga
- Gruppo Végé
- Eurospin
- LIDL
- Sogegross
I supermercati sono stati valutati per tre categorie, per un punteggio massimo di 100 punti:
- Trasparenza (36 punti). Alle aziende è stato chiesto di condividere i volumi di plastica usa e getta (in termini di unità e tonnellate) venduti nel 2021, l’uso di plastica riciclata e l’impiego di imballaggi riutilizzabili
- Impegni volontari (54 punti). Obiettivo capire quali politiche aziendali vengono introdotte per ridurre l’uso del monouso in plastica, incrementare l’impiego di plastica riciclata per confezionare i prodotti e incrementare la disponibilità di prodotti venduti in modalità sfusa o con ricarica. Nell’ambito di questa categoria sono stati valutati anche gli impegni per eliminare l’uso di tutte quelle plastiche monouso non riciclabili, gli imballaggi superflui e le iniziative utili a migliorare il design del packaging
- Supporto a politiche (10 punti). In questa categoria rientra il supporto dei supermercati all’introduzione in Italia del sistema di deposito su cauzione, o DRS2, per tutti i contenitori per le bevande (in plastica, vetro, alluminio etc.), la posizione delle aziende in merito alla possibilità di incrementare il ricorso a bottiglie riutilizzabili e, più in generale, il supporto a tutte quelle politiche volte a ridurre il ricorso al packaging in plastica usa e getta.
Di tutte le aziende valutate, soltanto Selex ottiene un risultato intermedio, grazie agli impegni per ridurre la quantità di plastica utilizzata (del 30% entro il 2025) e la volontà di incrementare la vendita di prodotti sfusi o con sistema di ricarica entro il 2025.
Viceversa, le altre insegne di supermercati, pur avendo già avviato iniziative per diminuire l’impiego di plastica (in termini di peso) per alcuni imballaggi e incrementare l’uso di materiale riciclato, mancano di una strategia coerente basata su obiettivi ambiziosi e a lungo termine, soprattutto sul riuso.
I criteri di valutazione
Riguardo i singoli criteri di valutazione:
- Esselunga è risultata la migliore sulla trasparenza, requisito fondamentale per adottare qualsiasi tipo di impegno
- Selex, Coop e Lidl fanno registrare i risultati migliori nella categoria “impegni volontari”
- Esselunga e Lidl sono le uniche a dirsi favorevoli all’introduzione del deposito su cauzione (o DRS) per i contenitori di bevande
I peggiori del test
I punteggi più bassi sono di:
- Gruppo Végé (Bennet, Multicedi, Moderna, GDA, ISA, etc)
- Sogegross (Basko, Ekom, Doro, etc) che, oltre a non aver risposto al questionario, mettono a disposizione scarse informazioni sui propri siti web
- Conad, il più grande gruppo operante in Italia, non solo non ha risposto al questionario ma si è classificata agli ultimi posti, racimolando un misero punteggio di 10,33 punti sui 100 disponibili
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Fonti: Greenpeace / ilfattoquotidiano.it
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