La curcuma è chiamata "la regina delle spezie", si sposa bene con diversi piatti ed è considerata molto salutare. Ma un nuovo test, condotto su 21 confezioni di curcuma in polvere, ribalta un po' l'immagine salutare di questo prodotto, consigliando alla fine una sola referenza
Quando pensiamo alla curcuma, ci vengono subito in mente piatti esotici e speziati o una bevanda come il golden milk, oltre che le sue tante proprietà benefiche. Ma i vari prodotti in polvere che troviamo da acquistare sono davvero così sani? Secondo un nuovo test tedesco non esattamente.
Öko-Test ha messo alla prova 21 confezioni di curcuma macinata, di cui 11 referenze biologiche. Si tratta principalmente di prodotti tipici del mercato tedesco, ma alcuni sono presenti anche in Italia.
Ogni prodotto è stato testato in laboratori specializzati per:
- metalli pesanti come piombo e cromo
- ossido di etilene
- componenti di olio minerale (MOSH/MOAH)
- pesticidi
- tossine della muffa OTA e aflatossine
- idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
I risultati
Öko-Test scrive:
Dal nostro punto di vista, la maggior parte dei prodotti testati è fortemente contaminata da olio minerale. Anche se di solito le spezie vengono utilizzate con parsimonia: poiché non esistono valori limite vincolanti, valutiamo i livelli misurati con lo stesso rigore che in altri alimenti. Oltre all’olio minerale, il laboratorio incaricato si è imbattuto in pesticidi e in una tossina cancerogena.
Alla fine, solo una spezia riceve il massimo dei voti (Dennree Kurkuma gemahlen, Naturland, referenza tedesca) .
Tutti gli altri prodotti sono stati penalizzati principalmente a causa della presenza di componenti dell’olio minerale, di cui ricordiamo però che non esistono dei limiti legali, in particolare per i MOSH mentre per i MOAH ultimamente qualcosa si è mosso in Europa.
Leggi anche: Oli minerali nel cibo: finalmente l’Ue fissa dei limiti per i Moah e con effetto immediato (ma non sono vincolanti)
In merito a questa contaminazione, sulla rivista tedesca si legge:
tutte le polveri di curcuma testate contengono idrocarburi saturi di olio minerale, MOSH in breve. Le sostanze si accumulano nel corpo umano. Cosa questo significhi per gli organi non è ancora chiaro. In alcuni casi, il laboratorio ha riscontrato quantità significative di idrocarburi saturi di oli minerali superiori a 10 mg/kg. Riteniamo che i valori superiori a 4 mg/kg siano “notevolmente aumentati”. Questo vale per 18 dei 21 prodotti testati.
Come già prima accennavamo, per ora non ci sono limiti legali ma solo valori orientativi. La rivista in merito alla contaminazione da oli minerali è però sempre molto rigorosa, nonostante ricordi che nel caso della curcuma si presume un uso sporadico e comunque non ad alte dosi della spezia.
Insomma, la presenza di tracce di oli minerali (che comunque sarebbe preferibile non ci fossero) non compromette la nostra salute con un consumo moderato di curcuma.
Ma come entrano questi contaminanti nella polvere di curcuma?
Gli esperti spiegano che può arrivare all’interno della spezia dai sacchi di iuta che vengono spesso usati nei paesi in cui viene coltivata. Alcuni fornitori, in seguito ai risultati del test, hanno scritto alla rivista che sono consapevoli del problema e stanno lavorando per trovare “strategie di minimizzazione”.
Ma il problema della contaminazione della curcuma non riguarda solo gli oli minerali. In alcuni casi sono stati trovati anche pesticidi, ossido di etilene e il benzo[a]pirene cancerogeno.
Per quanto riguarda i pesticidi, il laboratorio li ha riscontrati in alcuni prodotti (anche 3 biologici) il che, commenta Öko-Test:
è insolito e fastidioso. Perché i consumatori si stanno rivolgendo al biologico proprio per evitare l’esposizione ai pesticidi.
Il laboratorio ha trovato anche una piccola quantità di ossido di etilene in una curcuma organica macinata. Questa sostanza, utilizzata anche per la disinfezione, è un pesticida che non è approvato nell’Ue già da molto tempo, in quanto ritenuto probabile cancerogeno e mutageno.
In un prodotto, infine, sono stati misurati livelli aumentati di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), sospettati di essere cancerogeni.
Ma è in particolare un prodotto biologico ad essere risultato fuori norma nel test, questo ha superato il valore limite di 10 μg/kg per il benzo[a]pirene cancerogeno (BaP). Il fornitore però ha reagito prontamente ai risultati dell’analisi, ritirando il lotto in questione dalla vendita.
Si tratta di una marca disponibile anche in Italia: la curcuma Sonnentor, di cui però non c’è da preoccuparsi in quanto appunto il lotto in questione, venduto tra l’altro in Germania, è già stato ritirato dal mercato.
Anche la curcuma venduta da Lidl è stata considerata “inadeguata”, ma non sappiamo se si tratti della stessa referenza venduta in Italia.
Fortunatamente, le tossine della muffa come le aflatossine e l’ocratossina A non sono un problema della curcuma macinata e anche i livelli misurati del piombo e di altri metalli pesanti non sono problematici.
Conclusioni
Il test mostra una certa contaminazione della curcuma in polvere, che non esclude affatto i marchi biologici. E anche se le referenze erano principalmente tedesche, possiamo ipotizzare che una situazione simile ci sia anche in Italia, dato che la curcuma proviene probabilmente dagli stessi Paesi.
Non c’è però da fare alcun allarmismo, considerando che spesso il consumo di curcuma in polvere è davvero sporadico e comunque a piccole dosi ma, volendo evitare la maggior parte dei rischi, come possiamo tutelarci? La risposta degli esperti tedeschi è molto semplice: usare quando possibile la curcuma fresca al posto di quella macinata.
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Fonte: Öko-Test
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