Attenzione all’ossibenzone nelle creme solari: l’allarme dei medici americani

Nonostante i rischi di questa sostanza per la salute umana siano stati confermati da numerosi studi, l'ossibenzone è ancora presente nei filtri solari

Sappiamo tutti quanto sia importante, per la salute della nostra pelle, utilizzare la protezione solare per neutralizzare gli effetti dannosi dei raggi UV – in città come sulla spiaggia.

Ma attenzione alla protezione che acquistiamo: nei filtri non mancano sostanze chimiche controverse che, introdotte nell’organismo attraverso la pelle, possono rappresentare una minaccia per la nostra salute.

Lo ricordano ancora una volta gli esperti dell’Environmental Working Group (EWG), un’organizzazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo quello di mettere in guardia i cittadini americani dai possibili rischi per la loro incolumità.

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Creme solari e ossibenzone

Come ogni anno, anche per il 2023, EWG ha stilato una “Guida ai filtri solari” in cui è possibile consultare i risultati di una ricerca condotta su oltre 1.700 prodotti in vendita sul mercato americano fra creme solari, creme idratanti e balsami labbra con protezione solare.

Una delle sostanze chimiche più controverse presenti nei filtri solari è l’ossibenzone, il cui utilizzo è ancora consentito nonostante numerosi studi ne abbiano confermato la pericolosità per l’essere umano e per l’ambiente marino.

Questa sostanza, infatti, si è rivelata un interferente endocrino – oltre a svolgere un ruolo nell’aumentare il rischio di insorgenza di endometriosi e cancro al seno nelle donne.

Ma non solo: alcune indagini ne hanno rivelato la presenza perfino nella placenta, nel latte materno, nel liquido amniotico, nel sangue e perfino nelle urine.

Stando ai dati raccolti quest’anno da EWG, l’ossibenzone si trova solo nel 6% dei filtri solari classici e nel 13% di quelli privi di filtri minerali – una percentuale molto limitata rispetto agli anni passati, dopo che molti dubbi sono stati sollevati in merito alla sua salubrità.

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Non solo ossibenzone

Ma l’ossibenzone non è l’unica sostanza chimica preoccupante utilizzata nelle protezioni solari, come spiega Emily Spilman, fra gli autori dell’indagine condotta da EWG:

Abbiamo scoperto che solo il 25 percento dei filtri solari disponibili sul mercato offre una buona protezione ad ampio spettro senza ingredienti fastidiosi, il che sottolinea l’importanza di standard più severi. Ciò evidenzia la necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza nel settore per garantire la sicurezza dei consumatori.

I filtri solari che hanno ottenuto punteggi positivi nel ranking di EWG contengono principalmente principi attivi a base minerale, come l’ossido di zinco o una combinazione di ossido di zinco e biossido di titanio: queste sostanze sono meno rischiose per la salute umana, pur offrendo una buona protezione dai raggi solari.

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Fonte: EWG

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