Un nuovo test negli Usa ha messo a confronto 32 cereali per la colazione indicando i migliori sia tra quelli tradizionali che "grain free"
Torniamo a parlare di cereali per la colazione dopo che un nuovo test comparativo di Consumer Reports ha valutato diverse marche con l’obiettivo di trovare i prodotti migliori dal punto di vista del sapore ma anche degli ingredienti.
Per questa analisi sono stati presi a campione 32 cereali per la colazione di marche molto note negli Stati Uniti (poche sono quelle presenti anche in Italia). Si tratta sia di opzioni tradizionali che di prodotti “grain free” in cui spesso vengono aggiunti “superfood” come semi di lino o curcuma.
Ad ogni cereale è stato dato un punteggio che si è basato sulla tabella nutrizionale (quantità di sodio, fibre, zuccheri aggiunti, ecc.) e sul numero di ingredienti trasformati presenti, come conservanti o fibre isolate. Prese in considerazione dal test anche la quantità di cereali integrali e la certificazione biologica.
Il punteggio del gusto si è basato invece sui risultati di un panel di assaggio da parte di esperti. I cereali sono stati degustati con e senza latte.
I risultati
Il test mostra come acquistare prodotti che contengono al loro interno “superfood” non si traduce necessariamente nell’avere a disposizione un cereale migliore.
Come ha dichiarato Amy Keating, nutrizionista di Consumer Reports:
Questi ingredienti non garantivano benefici extra e, in alcuni casi, presentavano degli svantaggi.
Ad esempio, i cereali alla curcuma dorata biologica Nature’s Path sono tra i più poveri di fibre del test, mentre Special K Protein Honey Almond Ancient Grains è ricco di zuccheri aggiunti e contiene proteine di soia isolate, un ingrediente altamente trasformato.
Di conseguenza non dobbiamo stupirci tanto se alcuni cereali “classici” sono stati valutati meglio rispetto ad altre varianti che contengono ingredienti sani come semi di lino, curcuma e cereali antichi.
Anche i prodotti “alternativi” senza grano o altri cereali non sempre sono quello che promettono. Come scrivono gli esperti di Consumer Reports:
Il loro contenuto proteico più elevato e il loro contenuto di zuccheri inferiore possono far sembrare i cereali “senza cereali” attraenti, in particolare per le persone che seguono una dieta paleo o cheto. Quelli che abbiamo esaminato vanno da 4 a 12 grammi di proteine e da 0 a 4 grammi di zuccheri aggiunti per porzione; alcuni sono addolciti con allulosio o frutto del monaco, sostituti dello zucchero con calorie trascurabili. (I cereali contengono da 2 a 15 grammi di proteine e da 0 a 18 grammi di zuccheri aggiunti.) Tuttavia, non sono a basso contenuto di carboidrati. I loro carboidrati provengono da farine di fagioli, manioca (un ortaggio a radice) e fecola di tapioca e patate invece che dai cereali. Quelli che contengono maggiori proteine si basano, in molti casi, su proteine isolate trasformate da fonti come lenticchie, latte e piselli.
In realtà non c’è bisogno di optare per queste varianti per ottenere più proteine, basterebbe anche servire i più tradizionali cereali con latte (anche di soia) o yogurt magro per aggiungere circa 8 grammi di proteine.
Per quanto riguarda invece gli zuccheri, diversi cereali a basso contenuto di zucchero nel test hanno ottenuto il massimo dei voti per il gusto mentre nessuno dei 6 cereali senza grano aveva un sapore straordinario (a fronte tra l’altro di un costo che è circa il doppio dei cereali tradizionali).
Relativamente alla questione “zuccheri”, gli esperti di nutrizione di Consumer Reports ricordano che un cereale non deve essere necessariamente senza zucchero ma ovviamente neanche contenerne quantità eccessive. È bene scegliere cereali con meno di 6 grammi di zuccheri aggiunti.
Attenzione poi alle porzioni. Queste variano da ⅔ di tazza a mezza tazza. Quella quantità può sembrare scarsa in una ciotola e la maggior parte delle persone ne mangia di più.
In un altro test Consumer Reports ha chiesto ai partecipanti di versare la quantità di cereali che normalmente mangiavano. Quasi tutti hanno versato troppo, dal 43 al 114% in più rispetto alla porzione raccomandata sulla confezione, a seconda del tipo di cereale.
Non è necessariamente sbagliato, l’importante ed essere consapevoli di quanto si sta mangiando. Il consiglio della dottoressa Keating è il seguente:
Versa la quantità che mangi normalmente e misurala. Quindi fai i conti in modo da sapere quante calorie e quanti zuccheri e sodio stai davvero assumendo.
La classifica
La classifica di Consumer Reports utilizza una leggenda per dare un punteggio ai singoli prodotti, sia in quanto al valore nutrizionale che al gusto. Il rosso è il punteggio peggiore, il verde scuro il migliore.
Di seguito la classifica dei cereali tradizionali per la colazione analizzati, che va dal migliore al peggiore. Come potete notare i Kellogg’s Special K sono in penultima posizione e non sono tra quelli raccomandati dal test.
Questa invece classifica dei cereali “senza cereali” ma non vi sono marche note in Italia.
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Fonte: Consumer Report
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