Nonostante il nome e la certificazione, la Bresaola della Valtellina IGP non è un prodotto interamente italiano, gran parte della carne con cui viene realizzata arriva dalle praterie del Sud America
La Bresaola della Valtellina IGP è un’eccellenza gastronomica conosciuta in tutta Italia e apprezzata anche nel resto del mondo. Pochi sanno però che questo celebre salume non è interamente “italiano” come si potrebbe pensare. Dietro la sua produzione c’è infatti un ingrediente che ci porta lontano, fino alle praterie del Sud America.
Si tratta della carne utilizzata per produrre la Bresaola che, nella gran parte dei casi, proviene dalle razze bovine di zebù maschio, allevate nelle grandi praterie, in particolare in Brasile. Lo zebù, originario dell’Asia e dell’Africa, è stato importato in Brasile all’inizio del XX secolo ed è poi stato incrociato con la razza francese Charolaise. Questo incrocio ha dato origine a un bovino dalle carni particolarmente magre e adatte alla produzione della bresaola.
Una volta importata in Italia, la carne di zebù arriva in Valtellina, dove avviene la lavorazione vera e propria fatta da produttori certificati della Provincia di Sondrio. Qui, la carne viene insaporita con aromi naturali durante la fase di salagione, un processo che le conferisce il suo gusto caratteristico.
Ci si aspetterebbe, dato il marchio IGP e il nome “Bresaola della Valtellina”, un prodotto 100% italiano, ma come avrete capito non è così. Si tratta di un inganno alimentare? Assolutamente no, è tutto conforme al disciplinare di produzione che prevede l’uso di carni estere.
Perché si utilizza carne estera per la Bresaola della Valtellina IGP? Il ricorso all’importazione è dettato dalla necessità di soddisfare sia le esigenze di qualità che di quantità. In Italia, infatti, non c’è una disponibilità di bovini tale da garantire contemporaneamente i volumi richiesti e la qualità specifica necessaria per la produzione della bresaola. Insomma, l’elevata domanda di questo salume non permette di produrlo utilizzando esclusivamente carne proveniente dalla Valtellina.
Il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina ci tiene a precisare che:
Non è una scelta dovuta a ragioni economiche, anche perché la carne utilizzata per la produzione della Bresaola della Valtellina IGP ha, in genere, un costo decisamente più elevato rispetto al costo di altri tagli bovini, proprio per le sue intrinseche caratteristiche compositive ed organolettiche, che dipendono dalle metodologie di allevamento, dall’alimentazione dell’animale e dalle condizioni ambientali in cui è stato allevato.
E inoltre sul sito del Consorzio si legge:
Ad ulteriore garanzia del consumatore, la materia prima utilizzata per la produzione di Bresaola della Valtellina IGP viene sistematicamente sottoposta ad accurati controlli ed esami di laboratorio e deve essere accompagnata da certificazioni che comprovano l’origine, la tracciabilità e la sicurezza igienico-sanitaria della carne.
Resta il fatto che, il consumatore medio, quando acquista bresaola della Valtellina non è consapevole di mangiare carne che arriva dall’estero.
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Fonte: Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina
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