L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in una nuova rivalutazione del Bisfenolo A mette in luce i rischi, per adulti e bambini, dell'esposizione alimentare al BPA
Il nuovo parere dell’Efsa sul bisfenolo A non lascia spazio ad interpretazioni e conferma quanto già da tempo si sospettava: l’esposizione alimentare dei consumatori a questa sostanza è particolarmente pericolosa.
Nel comunicato stampa in cui rende note le conclusioni degli esperti scientifici, l’Efsa scrive:
L’esposizione alimentare al bisfenolo A (BPA) è un problema per la salute dei consumatori di tutte le fasce d’età.
Di che pericoli si tratta? Anche su questo punto l’Efsa è stata molto chiara:
In un’ampia valutazione delle prove scientifiche e dopo il contributo di una consultazione pubblica, gli esperti dell’EFSA hanno individuato effetti potenzialmente dannosi per la salute sul sistema immunitario.
Ma partiamo dall’inizio. Il BPA, per chi ancora non lo conoscesse, è una sostanza chimica utilizzata in combinazione ad altri prodotti per produrre materie plastiche e resine. L’esempio più famoso in cui si trova sono indubbiamente le lattine che contengono cibi o bevande. Il problema è che questa sostanza può migrare in ciò che poi noi mangiamo o beviamo.
Proprio per valutare questi rischi, gli esperti dell’Efsa hanno deciso di riesaminare tutto il nuovo materiale scientifico a disposizione. Parliamo di oltre 800 studi pubblicati a partire dal gennaio 2013.
Come ha fatto sapere Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti scientifici dell’Efsa:
Negli studi, abbiamo osservato un aumento della percentuale di un tipo di globuli bianchi, chiamato T helper, nella milza. Svolgono un ruolo chiave nei nostri meccanismi immunitari cellulari e un aumento di questo tipo potrebbe portare allo sviluppo di infiammazioni polmonari allergiche e malattie autoimmuni.
Gli esperti hanno tenuto conto anche di altri effetti potenzialmente dannosi per la salute, in particolare sul sistema riproduttivo e metabolico.
Rispetto alla precedente valutazione del 2015, il gruppo di esperti dell’EFSA ha abbassato significativamente la dose giornaliera tollerabile (DGT) di BPA, la quantità che può essere ingerita quotidianamente nel corso della vita senza presentare un rischio apprezzabile per la salute.
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Erano rimaste però delle lacune e questa nuova rivalutazione ha affrontato tutte le incertezze sul tema. Come si legge:
Gli scienziati dell’EFSA hanno stabilito un TDI (acronimo di tolerable daily intake n.d.r) di 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno, sostituendo il precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Il nuovo TDI stabilito è circa 20.000 volte inferiore.
Ed è proprio tenendo conto della nuova soglia di tolleranza che gli esperti hanno concluso che i consumatori hanno un’esposizione, considerando tutte le fasce d’età, che supera la nuova dose giornaliera tollerabile e ciò può comportare problemi di salute.
Ora la “palla” passa alla Commissione europea e alle autorità nazionali che discuteranno le misure normative appropriate per dare seguito a questo nuovo parere dell’EFSA. Servono infatti nuove leggi per proteggere i consumatori.
La lista dei cibi in cui possiamo trovare tracce di Bisfenolo A
Potenzialmente, in qualunque cibo o bevanda in lattina potrebbero esserci tracce di bisfenolo A migrato dal contenitore al contenuto. C’è stato però uno studio tedesco dello scorso anno che ha monitorato una serie di alimenti confezionati in lattina, scoprendo che sono in particolare alcuni cibi a presentare livelli elevati di contaminazione da CdB (derivato del BPA) molto alti.
Si trattava in particolare dei seguenti cibi:
- pesce (scatolette di tonno, ad esempio)
- carne
- prodotti a base di salsiccia
- latte di cocco
- zuppe pronte
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Ad essere più comunemente contaminate sono risultate le lattine provenienti dall’Asia piuttosto che quelle europee. Più sicuri, almeno secondo questa indagine, sono risultati frutta, verdura, latticini, oli vegetali ma anche il latte artificiale per neonati.
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Fonte: Efsa
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