Le autorità tedesche hanno analizzato alcuni campioni di fichi secchi per vedere se contenevano tracce di micotossine. Effettivamente, quasi un terzo dei campioni sono risultati contenere livelli oltre i limiti di ocratossina A o aflatossine
I fichi secchi sono uno dei cibi che mettiamo in tavola più frequentemente durante le festività natalizie e proprio in questi giorni le autorità sanitarie tedesche hanno reso noti i risultati di alcuni test condotti su questi frutti.
Gli esperti degli uffici investigativi per il controllo degli alimenti e la salute degli animali, CVUA di Sigmaringen in Germania, hanno esaminato a partire dall’autunno 2017 un totale di 64 campioni di fichi secchi. L’obiettivo era capire se contenevano tracce di micotossine.
Questa frutta secca, infatti, può contenere tossine della muffa e proprio per scovarle, ogni anno la CVUA esamina diversi campioni, così da tutelare la salute dei consumatori.
Cosa sono le micotossine? Lo spiega bene il CVUA nel suo comunicato:
Le micotossine sono sostanze formate da varie muffe che possono avere un effetto tossico sull’uomo e sugli animali anche a basse concentrazioni. La muffa può colpire le piante mentre crescono sul campo o il cibo durante la lavorazione e lo stoccaggio. In condizioni adeguate, formano quindi micotossine, che possono portare alla contaminazione degli alimenti. Tipiche muffe che portano alla contaminazione con micotossine nella frutta secca hanno origine ad es. B. dei generi Aspergillus, Penicillium o Alternaria.
I risultati
I laboratori hanno evidenziato che quasi un terzo dei campioni superava i livelli massimi per l’ocratossina A o per le aflatossine B1, B2, G1 e G2.
Come scrive il CVUA:
Quasi un terzo dei campioni (19 su 64) è stato contestato dagli esperti perché sono stati superati i livelli massimi di queste tossine. Il livello massimo di ocratossina A è stato superato in undici campioni, il livello massimo di aflatossine in sette campioni e persino entrambi i livelli massimi in un campione. In quasi la metà dei campioni, i livelli delle tossine erano al di sotto del limite di rilevabilità del metodo di prova. I livelli di ocratossina A o di aflatossina sono stati determinati nel 20% dei campioni, ma al di sotto dei livelli massimi.
I 28 campioni ulteriormente testati per le tossine Alternaria contenevano livelli quantificabili di acido tenuazonico.
I livelli di acido tenuazonico variano notevolmente, la mediana è di circa 800 µg/kg. In circa un terzo dei campioni finora esaminati, il valore guida pubblicato dalla Commissione Ue nel 2022 sarebbe stato superato, anche retrospettivamente.
Per due terzi dei campioni, l’autorità tedesca disponeva delle informazioni di origine dei fichi che provenivano quasi sempre dalla Turchia, il più grande produttore al mondo.
La CVUA ha già fatto sapere che nei prossimi mesi proseguirà intensamente le indagini.
E in Italia?
Come avrete capito, i prodotti testati erano tipici del mercato tedesco e comunque non sono state rese note le marche. Il problema delle micotossine, però, è assolutamente internazionale e non riguarda certo solo questa tipologia di prodotto.
Di conseguenza, non possiamo escludere che tossine della muffa si trovino anche in qualche confezione di fichi secchi (magari provenienti dalla Turchia) venduti nel nostro Paese.
Recentemente è stata rilevata presenza di ocratossina A oltre i limiti nel caffè Consilia: Caffè in cialde e capsule contaminato da ocratossina A: richiamato questo noto marchio ma anche nelle focacce vendute da Eurospin ( Focacce 3 Mulini Eurospin richiamate per possibile presenza di micotossine: il lotto da non consumare).
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Fonte: CVUA
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