Una nostra lettrice, nonché consumatrice attenta, ci ha segnalato due casi di non conformità del peso in una confezione di yogurt greco e in una di salmone. Le aziende coinvolte, di cui non si fanno nomi, hanno risposto in maniera differente alle richieste di chiarimento
In seguito al nostro articolo sulla shrinkflation che colpisce anche gli yogurt venduti in Italia, hanno fatto seguito una serie di segnalazioni relative ad altri prodotti protagonisti di presunte irregolarità o pratiche commerciali non proprio limipidissime da parte delle aziende.
Ci ha colpito in particolare quanto riferito da una nostra lettrice riguardo ad un barattolo di yogurt greco e ad una confezione di salmone. In questo caso, parliamo di una consumatrice particolarmente attenta in quanto non si è limitata a leggere in etichetta le specifiche dei prodotti ma ha voluto verificare una delle loro caratteristiche principali: il peso.
Ebbene, secondo le sue misurazioni, sia il peso dichiarato sulla confezione di yogurt che quello presente sull’etichetta del salmone non corrispondevano assolutamente al contenuto.
In pratica, quella segnalata dalla nostra lettrice era una “non conformità” nel peso e nelle dimensioni che l’ha portata a contattare le aziende per chiedere spiegazioni. Aziende di cui non vengono fatti i nomi ma poco importa dato che episodi come questi possono riguardare davvero molti prodotti e relativi produttori.
La replica delle aziende coinvolte
Le aziende produttrici hanno reagito in due modi differenti. Come ci scrive la nostra lettrice:
Per lo yogurt mi è stato inviato un buono sconto, per il salmone mi è stato risposto che ‘La discordanza tra quanto rilevato e il peso effettivo è riconducibile in parte alle tolleranze previste di legge e in parte al calo di peso naturale e quindi al grasso e all’acqua che vengono normalmente rilasciati dal salmone durante il suo periodo di conservabilità‘.
La consumatrice si è anche un po’ sfogata con noi, vista la difficoltà sempre maggiore di fare la spesa, pratica semplice e abituale che però oggi sembra diventata quasi una sorta di corsa ad ostacolo contro diverse insidie:
Il problema è che è diventato un incubo fare la spesa: controllo della provenienza, della scadenza……e ora anche del peso e soprattutto del costo al kg per tentare di non essere fregati.
Difficile non darle ragione. Possiamo chiudere gli occhi o fare come lei. Se tutte le aziende fossero “bombardate” da telefonate o mail con richieste di chiarimento su alcune eventuali irregolarità dei prodotti, forse sarebbero incentivate a fare meglio o a stare più attente a possibili dicrepanze tra quanto dichiarato in etichetta e il prodotto reale.
Certo non tutti abbiamo tempo, energia o voglia di fare le pulci a ciò che acquistiamo ma crediamo che, vista la stanchezza generale e le ridotte possibilità economiche, siano sempre di più i consumatori attenti e consapevoli.
Ne approfittiamo per invitarvi nuovamente a segnalarci casi di shrinkflation o altre questioni poco chiare (o addirittura a vostro dire scorrette) che avete notato riguardo ai prodotti che acquistate abitualmente.
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