L'unione nazionale consumatori ha stilato la top ten dei prodotti alimentari che nel mese di ottobre hanno subito più rincari
Che sta aumentando un po’ tutto ce ne siamo accorti ma a confermare il trend stilando una vera e propria top ten dei rincari ci ha pensato l’Unione Nazionale Consumatori che svela come, nel mese di ottobre, siano lievitati i prezzi non solo di luce, gas e benzina, ma anche di olio (soprattutto di semi), pasta, carne e altri generi alimentari.
Proprio a ridosso del Natale ci troveremo alle prese con dei rincari record che riguardano anche il settore alimentare e in particolare diversi cibi tipici della dieta mediterranea. Quali sono? Ecco i 10 alimenti che hanno subito una maggiorazione di prezzo più elevata secondo i dati dell’Unione Nazionale Consumatori:
- olio di semi (+17,7%)
- frutti di mare (+6%)
- olio di oliva (+4,7%)
- pasta (+4,6%)
- carne ovina e caprina (+3,5%)
- pesce fresco o refrigerato e vegetali surgelati ad eccezione delle patate (+3,1%)
- acqua minerale (+2,8%)
- succhi di frutta (+2,6%)
- latte a lunga conservazione, margarina e farina (+2,5%)
- riso (+1,9%)
Da cosa derivano principalmente questi rincari e che conseguenze potrebbero avere per i consumatori? Ha provato a spiegarlo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori:
Alcuni beni alimentari stanno subendo preoccupanti rialzi, anche per colpa delle materie prime, come il calo della produzione di frumento duro in Canada e Stati Uniti. In ogni caso urge un intervento del Governo per raffreddare i prezzi, soprattutto dei carburanti che incidono su tutta la merce trasportata su gomma. Se l’inflazione proseguisse con questo stesso ritmo, già a novembre salirebbe al 3,2% e questi rincari potrebbero determinare una gelata sui consumi, con effetti nefasti sul Natale.
La classifica segnala però anche alcune buone notizie. Per ora il pane ha un aumento contenuto del 1,2% e anche il latte fresco e i formaggi (+1,1%) mentre il tè addirittura ottiene un ribasso del 1,3% su base annua così come la frutta fresca (-1%) e il cioccolato (-0,9%).
Vengono poi segnalati aumenti molto lievi di caffè e cacao (0,1%), burro e zucchero (entrambi +0,8%) e confetture, marmellate e miele, con +0,9%.
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Fonte: Unione Nazionale Consumatori
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