Creati rivoluzionari imballaggi biodegradabili in grado di uccidere i batteri dannosi per il cibo

Il materiale innovativo potrebbe rappresentare la svolta verso una conservazione più sostenibile e sana dei cibi freschi

Il materiale innovativo messo a punto dai ricercatori potrebbe rappresentare la svolta verso una conservazione più sostenibile e sana dei cibi freschi

Le confezioni di cibo fresco, oltre ad essere molto inquinanti poiché realizzate in plastica, possono essere poco salutari per la nostra salute: spesso, infatti, al loro interno si annidano batteri e microbi che proliferano e fanno marcire prodotti fragili come ortaggi e frutta fresca. Per risolvere sia il problema dei rifiuti che quello dei batteri, un team di ricercatori della Nanyang Technological University di Singapore ha messo a punto uno speciale materiale per imballaggi destinato al contatto con alimenti freschi, completamente biodegradabile e in grado di uccidere i microbi dannosi per il nostro cibo – in modo da prolungarne la freschezza e la durata di conservazione anche di due o tre giorni.

Gli imballaggi usati per contenere cibo e bevande sono una vera e propria piaga, poiché rappresentano circa i tre quarti di tutti i rifiuti dispersi negli oceani del mondo; inoltre, solo realizzati con materiali plastici, derivanti dal petrolio e difficilissimi da smaltire – finendo negli oceani, si distruggono creando microplastiche pericolosissime per gli ecosistemi e per la salute degli animali e dell’uomo. Ecco perché trovare soluzioni alternative e più sostenibili ai packaging tradizionali è tanto necessario.

Il nuovo materiale è stato pensato per la realizzazione di imballaggi atti a contenere carne cruda, pesce, frutta, verdura e piatti pronti – tutti alimenti freschissimi e facilmente deperibili, che spesso vanno a male prima che noi riusciamo a consumarli e che quindi vengono sprecati: proprio la loro freschezza alimenta le comunità microbiche che li aggrediscono, portandoli al deterioramento in pochi giorni. Ma ora, grazie a questa bio-plastica che isola il cibo dai microbi, anche frutta e carne dureranno di più.

Il nuovo materiale non deriva dal petrolio, come la tradizionale plastica, ma da una proteina del mais (chiamata zeina) e da altri biopolimeri di derivazione naturale; a questi “ingredienti” sono stati poi aggiunti antimicrobici naturali come olio di timo e acido citrico. Ecco allora che, se esposte a cambiamenti nell’umidità dell’ambiente o all’azione di batteri nocivi, le fibre della bio-plastica rilasciato le sostanze antimicrobiche uccidendo i batteri che danneggiano gli alimenti (E. coli, Listeria o funghi): si tratta di sostanze commestibili, che quindi non danneggiano il cibo contenuto all’interno della confezione. È importante sottolineare che le proprietà antibatteriche del packaging si attivano solo se necessario: questo garantisce alla bio-plastica di durare anche mesi.

I primi esperimenti nell’uso della bio-plastica hanno dato risultati incoraggianti: le fragole avvolte in una confezione realizzata con questo materiale si sono mantenute fresche per sette giorni prima di sviluppare la muffa – diversamente dalle fragole contenute in confezioni di plastica, che si sono conservate fresche solo per quattro giorni. Purtroppo però c’è da considerare i costi più elevati di questo nuovo tipo di materiale: gli inventori stimano un aumento del 50% rispetto al costo di un imballaggio in plastica tradizionale.

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Fonte: Nanyang Technological University 

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