Torna l'ora legale. La notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo manderemo avanti le lancette di un'ora. Ma non sarà l'ultima volta. L'Italia infatti ha stabilito che lascerà in vigore questo sistema, con l'alternanza tra ora legale e solare a marzo e ottobre di ogni anno.
Sta per tornare l’ora legale. Se da una parte dormiremo un’ora in meno, almeno finché non ci adatteremo, dall’altra potremo beneficiare di un’ora in più di luce. Il cambio dell’ora arriva praticamente insieme alla primavera, permettendoci anche di risparmiare sui consumi.
L’Italia non cambia
L’ora legale sarà in vigore fino al 29 ottobre prossimo, poi dovremo di nuovo spostare indietro le lancette. Infatti il nostro Paese, a differenza di altri, ha deciso di non seguire le indicazioni fornite dall’Europa. Ma facciamo un passo indietro.
Nel 2018 infatti il Parlamento europeo aveva invitato la Commissione a rivedere la direttiva proponendo di abolire il passaggio dall’ora solare a quella legale in tutta Europa e mantenere solo l’ora legale. Era stata avviata anche una consultazione online per conoscere l’opinione dei cittadini europei. Era emerso così che l’84% degli intervistati era favorevole al cambio. A quel punto, la Commissione presentò la proposta agli Stati chiedendo loro di decidere entro aprile 2021 se adottare definitivamente l’ora legale o l’ora solare. A novembre del 2019, il Governo Conte bis decise di mantenere il doppio orario, depositando la richiesta formale a Bruxelles.
Altri paesi, come la Francia invece, hanno scelto di passare a un unico orario senza effettuare più cambi.
Perché l’Italia ha deciso di non cambiare?
Secondo il Governo italiano, adottare solo l’ora legale non sarebbe stato utile al nostro paese per una serie di ragioni: la prima è che mancherebbero ancora prove scientifiche sui possibili danni psico-fisici; la seconda è che grazie all’ora legale gli italiani, avendo un’ora di luce in più, possono beneficiare anche di un risparmio sulla bolletta elettrica per 6 mesi. Infine, secondo l’Italia le scelte dei singoli Paesi membri possono creare differenze tra fusi orari difficili da gestire sul fronte del mercato comunitario.
“Nei 7 mesi di ora legale l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro” fa sapere Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale.” Impatti positivi anche in termini di sostenibilità ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera”.
Secondo la società, dal 2004 al 2020, il minor consumo di elettricità legato all’ora legale è stato di circa 10 miliardi di kilowattora traducendosi in un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro.
Anche per questo, il nostro Paese ha deciso di non scegliere alcun orario unico e di continuare con il cambio dall’ora solare all’ora legale e viceversa anche dopo aprile 2021.
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Fonti di riferimento: Terna
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