Zara sotto accusa per la sua nuova campagna pubblicitaria: “ricorda le scene della guerra tra Gaza e Israele”

Zara è finita sotto accusa dopo la pubblicità controversa che ricorda le vittime di Gaza: da una parte c’è chi attacca aspramente il marchio, dall’altra c’è chi prova a difenderne le intenzioni

Il marchio di moda Zara è finito sotto accusa dopo aver pubblicato una nuova campagna pubblicitaria intitolata “The Jacket” che, secondo molti, aveva una forte somiglianza con le scene della guerra in corso tra Gaza e Israele.

La campagna, che è stata diffusa su tutte le piattaforme di social media del rivenditore, presenta la collezione Zara Atelier modellata da Kristen McMenamy. Mostra la McMenamy modellare gli abiti in mezzo a detriti bianchi, macerie e, cosa più sorprendente, manichini completamente avvolti in sudari bianchi simili a quelli usati per avvolgere i cadaveri a Gaza.

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Tanti, tantissimi hanno rivisto nella campagna le immagini del genocidio in corso e la cosa ha suscitato un’indignazione tale da far crollare il sentiment del marchio al 76,4% in negativo e solo al 4,2% in positivo dopo la pubblicazione dello spot.

Alcuni utenti hanno provato a difendere le intenzioni di Zara

C’è chi ha accusato Zara di voler sfruttare gli eventi tragici che si stanno verificando per scopi di marketing e molti si stanno già spendendo per boicottare il marchio. Gli utenti hanno espresso il loro sdegno, descrivendo le immagini come “malate e mettendo in dubbio l’adeguatezza della campagna.

Altri ancora hanno pubblicato post sostenendo che non è possibile che sia una coincidenza, anche se per una questione di tempistiche tecniche la campagna, l’idea di marketing e il set fotografico è probabile siano stati chiusi mesi prima dello scoppio della guerra. Nonostante questo, tra i commenti più duri quelli che hanno parlato di un “dolore non in vendita”.

Se da una parte il marchio è finito sotto accusa, dall’altra diversi utenti hanno provato a difendere le buone intenzioni di Zara sostenendo che in fin dei conti si tratti di una semplice coincidenza (sfortunata e di certo non pensando adeguatamente alle conseguenze), invitando a non cercare del marcio ovunque.

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