Questa stilista capisce che si può fare glamour anche attraverso una maniera alternativa. Trasformare lo spreco in valore: è questo il suo nuovo credo. Utilizzare campionari tessili già esistenti riuscendo, però, a creare prodotti artigianali unici e quanto mai stilosi. La sua impresa è, senza dubbio, il simbolo di come è possibile lavorare nel mondo della moda creando un profitto in grado di non essere un fine, piuttosto un valore aggiunto. L’idea della Waste Couture è quella di creare un’economia sana.
Venette Waste è una stilista, un po’ italiana e un po’ britannica. Ha un figlio ed un falco. Mentre con il piccolo Eddy ha un rapporto come tutte le mamme del mondo hanno con il proprio pargolo, con Horus, il suo rapace, c’è una sinergia molto singolare. A parte il fatto che non è proprio così usuale vivere con un falco, per Venette non vuole essere solo un “alternativo” animale domestico. Come nell’antico Egitto per lei questo falco simboleggia la sua guida alla sostenibilità. Simboleggia la luna e il sole e il suo occhio è sinonimo di rigenerazione. Insomma, ci siamo capiti, piuttosto eclettico il personaggio.
Falco a parte, Venette entra nel fantastico mondo della moda agli inizi degli anni ’80. Promette subito bene iniziando a collaborare con i più prestigiosi brand. Ad un certo punto, però, capisce che questa deriva orientata al mero e semplice consumo non gli va proprio giù. Decide, quindi, di cambiare la finalità dei propri obiettivi. Non più la moda come un gioco finito basato sulla competizione e la vittoria, ma un gioco infinito dove si gioca per il semplice gusto del gioco. E per giocare al meglio decide di fondare la Waste Couture, un progetto finalizzato al ripristino dell’equilibrio tra bene materiale ed immateriale. Realizzando abiti stupendi ed originali, vendendoli ad un prezzo giusto e rispettando nella sua interezza l’ambiente.
Questa stilista capisce che si può fare glamour anche attraverso una maniera alternativa. Trasformare lo spreco in valore: è questo il suo nuovo credo. Utilizzare campionari tessili già esistenti riuscendo, però, a creare prodotti artigianali unici e quanto mai stilosi. La sua impresa è, senza dubbio, il simbolo di come è possibile lavorare nel mondo della moda creando un profitto in grado di non essere un fine, piuttosto un valore aggiunto. L’idea della Waste Couture è quella di creare un’economia sana.
Il web è ovviamente il terreno più fertile dove far nascere queste creazioni. È diretto e istantaneo. L’ideale, quindi, per la diffusione veloce di idee. Ha creato una pagina Facebook nella quale poter parlare di stile, moda, valori etici e mostrare i principali capi d’abbigliamento. Il punto di forza di questo progetto sta nella convinzione che sia l’abito a definire la nostra forma e non viceversa. Come è lei stessa ad affermare:”Decidiamo che ogni volta che indosseremo un abito, sarà perché ci disegna, e non solo per come siamo fatte fisicamente, ma per l’insieme di sentimenti che ci rende così oggi o per un tempo determinato di cui solo noi decideremo la durata“. Il corpo, da queste parti, viene inteso come una forma fatta di sentimenti e modi di essere. Il vestito, quindi, disegna in un certo senso il proprio “io”.
Venette Waste ha recentemente istaurato una partnership con il Politecnico di Milano nella quale si potranno fare gli acquisti on-line senza preoccuparsi della taglia. Come sarà possibile? Attraverso un software a distanza che sarà in grado di stabilirla con estrema precisione.
Essere alla moda, per la stilista anglo-italiana, vuol dire eco sostenibilità, interattività, gusto e rispetto della persona. In un settore, dove false apparenze e totale assenza di sostanza la fanno da padrone, c’è da ammettere che siamo di fronte ad un importante cambio di marcia.
Anche perché come scrive Venette nel suo blog, “Esistono giochi finiti e giochi infiniti, i giochi finiti sono basati sulla competizione e la vittoria, ai giochi infiniti invece si gioca per il gusto del gioco. La sostenibilità garantendo il futuro della vita sulla terra, è un gioco infinito, un’espressione di generosità senza fine fatta a nome di tutti. Prendiamoci la responsabilità dei giochi finiti del mondo non per vincere ma per trasformarli in giochi infiniti. Io voglio mantenere vivo il gioco della Moda quindi mi preoccupo di abbatterne gli sprechi che l’hanno messa in crisi. E voi quale gioco vi preoccupate di rendere infinito?“
Alessandro Ribaldi
Potete trovare gli abiti di Waste Couture anche sulla boutique online Yoox.com