So Critical So Fashion 2012: 5 idee dal mondo della moda sostenibile

L’edizione 2012 di So Critical So Fashion ha dato spazio a quelle realtà della moda italiana che incentrino i propri valori sulla sostenibilità ambientale e sociale, sul riciclo e recupero di materiali di scarto e sulla trasparenza delle etichette applicate ad abiti ed accessori, finalmente rese chiare da diciture comprensibili sia per quanto riguarda la composizione dei materiali utilizzati in sartoria, sia per quanto concerne la cura degli stessi, in modo che possano risultare duraturi ed essere riutilizzati a lungo nel tempo. Vi presentiamo alcune delle idee maggiormente attente all’ambiente dal punto di vista del riuso dei materiali di scarto e dell’attenzione al ciclo produttivo di abiti ed accessori dell’edizione appena trascorsa della tre giorni milanese dedicata alla moda critica, indipendente, etica e verde.

L’edizione 2012 di So Critical So Fashion ha dato spazio a quelle realtà della moda italiana che incentrano i propri valori sulla sostenibilità ambientale e sociale, sul riciclo e recupero di materiali di scarto e sulla trasparenza delle etichette applicate ad abiti ed accessori, finalmente rese chiare da diciture comprensibili sia per quanto riguarda la composizione dei materiali utilizzati in sartoria, sia per quanto concerne la cura degli stessi, in modo che possano risultare duraturi ed essere riutilizzati a lungo nel tempo. Vi presentiamo alcune delle idee maggiormente attente all’ambiente dal punto di vista del riuso dei materiali di scarto e dell’attenzione al ciclo produttivo di abiti ed accessori dell’edizione appena trascorsa della tre giorni milanese dedicata alla moda critica, indipendente, etica e verde.

Abiti dal riciclo creativo delle cravatte

abito cravatte riciclabo

Le cravatte sono uno dei pezzi di abbigliamento e dei materiali di partenza, da altri precedentemente considerati come rifiuti, al centro dell’attività sartoriale di Riciclabò Design, un giovane marchio italiano nato per dare vita a capi di abbigliamento femminile che avessero al proprio centro il concetto di riciclo creativo di materiali di seconda mano, usati o già riciclati, che avessero tutte le carte in regola per riappropriarsi del loro valore perduto, una volta che erano stati dismessi dai precedenti proprietari. Nel ciclo creativo di Riciclabò Desugb nulla si crea o si distrugge, ma tutto si rinnova e torna a prendere vita sotto nuove forme grazie a sapienti tecniche sartoriali, che prendono un ampio distacco dal concetto di moda usa e getta, verso una nuova consapevolezza del valore che ciò che ritenevamo fosse ormai destinato a trasformarsi in un rifiuto possa essere invece in grado di essere piacevolmente recuperato.

Borse dalle vele delle barche

borse vele 2

Come contrapporsi a quelle industrie della moda che propongono accessori in serie completamente privi di personalità, ma osannati come pezzi cult del momento? Grazie alla produzione completamente italiana di borse uniche ed originali realizzate in un materiale tecnico ed insolito come quello che costituisce le vele delle barche. È nato così Kevlove, marchio che impiega per la realizzazione delle proprie borse tutti i materiali possibili recuperabili dalle vele dismesse, compresi tessuti estremamente resistenti ed impermeabili come il “kevlar” e il “dacon”. La creatrice delle borse Kevlove è Elena Filippini, che ha saputo unire la propria passione per gli accessori con l’esperienza della veleria di famiglia, all’insegna del riuso creativo e della moda sostenibile.

Bijoux e accessori dalle capsule del caffe’

dirondella

Le capsule delle cialde di caffè nella maggior parte dei casi non possono essere destinate alla raccolta differenziata. Perché non provare dunque a riutilizzarle in maniera creativa? Sono nati così i meravigliosi accessori realizzati a mano da Dirondella a partire proprio dalle capsule del caffè, che vengono lavorate manualmente al fine di ottenere decorazioni molto simili a gioielli preziosi e luccicanti. Ecco allora borsette da sera e pochette, piccole calamite decorative, collane e bracciali, sandali e scarpe, anelli (per la realizzazione dei quali vengono inoltre utilizzate parti provenienti da vecchi orologi) ed altri bijoux, tutti decorati in maniera creativa ed elegante. Si tratta di pezzi unici, tutti da indossare e da ammirare,

La moda componibile e “just in time” di Nicoletta Fasani

nicoletta fasani

Come contrapporsi alla “fast fashion”, alle creazioni seriali ed alla produzione eccessiva, che non può che generare centinaia di capi invenduti? Nicoletta Fasani, laureata in filosofia e appassionata di moda ha deciso di dare vita alla propria sartoria personale basandosi completamente sul concetto di una moda che sia “just in time”. I capi d’abbigliamento vengono realizzati al momento della richiesta o in numero limitato, in modo che nessuno di essi possa rimanere invenduto. Nicoletta Fasani ha saputo dare vita ad abiti semplici ed a vestiti originali e componibili (tanto che con un unico abito è possibile vestirsi in tre modi diversi), oltre che ad accessori come borse e collane, per la realizzazione dei quali vengono recuperati i materiali di scarto delle creazioni precedenti, così da generare una produzione a impatto zero.

T-shirt dipinte con inchiostri vegetali

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Il marchio italiano Altriluoghi si impegna a coniugare moda e sostenibilità realizzando t-shirt ed altri indumenti in cotone biologico e senza avvalersi dell’utilizzo di tinture industriali per la loro stampa o colorazione. Esse vengono infatti disegnate utilizzando inchiostri di origine completamente vegetale, che sfruttano le proprietà coloranti di spinaci, caffè, barbabietole, carote, curry e pomodori, tutti provenienti da agricoltura biologica. Sia i tessuti che le loro stampe sono dunque completamente privi di sostanze chimiche dannose per l’uomo e per l’ambiente. Ogni indumento viene stampato a mano con inchiostri sicuri, così come è avvenuto per la t-shirt ufficiale di So Critical So Fashion 2012, la cui decorazione è stata realizzata con inchiostro ottenuto da pomodori, barbabietole e curry.

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Testi e foto: Marta Albè

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