"SHEIN si impegna a promuovere un posto di lavoro sicuro ed equo per i lavoratori delle fabbriche dei nostri fornitori", così si legge sul sito del colosso cinese dell’ultra fashion a margine di un nuovo report che metterebbe nero su bianco salari di tutto rispetto, che arriva dopo che un’inchiesta di Uk Channel 4 metteva in luce proprio le condizioni di sfruttamento dei dipendenti di Shein all'interno dei capannoni nella città di Canton, in Cina. Dov’è l’inganno?
Tra aprile e giugno 2022, Shein ha incaricato tre importanti agenzie di audit internazionali, TUV Rheinland (TUVR), SGS e Intertek, di condurre un’indagine sulle retribuzioni nelle strutture dei suoi fornitori nel sud della Cina. E quello che è emerso dilineerebbe un quadro in netto contrasto con quanto di Shein sappiamo ad oggi.
Ad essere esaminate sono state 150 fabbriche in 8 città, in cui gli auditor avrebbero campionato quasi 12mila lavoratori impiegati da queste fabbriche fornitrici.
Rispetto al salario minimo imposto dal governo di ciascuna città, i lavoratori nelle fabbriche dei fornitori di SHEIN guadagnano salari significativamente più alti – si legge nella nota – con i lavoratori della città di Guangzhou che guadagnano i salari mensili più alti.
Nello specifico, continua il report, in media, in tutta la Cina meridionale, i lavoratori delle fabbriche fornitrici di SHEIN sono pagati più del 40% in più rispetto alla retribuzione media dei dipendenti privati nella regione. Le fabbriche dei fornitori nella città di Zhongshan hanno pagato i propri lavoratori circa il 75% in più rispetto alla media dei salari dei dipendenti privati, seguite dalle fabbriche nella città di Jinhua, dove i lavoratori sono stati pagati circa il 58% in più rispetto alla media guadagnata dai dipendenti privati nella città.
Nello stesso campione, sono stati poi inclusi i lavoratori legati alle 4 diverse posizioni e aree che un lavoratore può occupare all’interno di una delle fabbriche fornitrici di Shein (come tagliatore di tessuti, membro del reparto cucito o collaboratore del reparto di preparazione degli ordini e del controllo qualità). Tutte posizioni che hanno finito per riflettere misure salariali che vanno dai 7.310,27 yuan (circa 995,91 euro), per i lavoratori delle aree di controllo qualità e preparazione degli ordini, ai 9.868,17 yuan (circa 1.344,39 euro), che ricevono in media i lavoratori dei reparti di stiratura della rete di fornitori di Shein nella Cina meridionale.
Come in qualsiasi altro settore, anche in quello dell’abbigliamento i salari si basano sui diversi ruoli e sulle competenze richieste per svolgere le mansioni – spiegano. Quindi, considerando “i quattro ruoli e reparti chiave all’interno delle strutture di produzione di capi di abbigliamento dei fornitori di Shein che sono stati controllati, i tagliatori di tessuti guadagnano in media 8.678,93 yuan al mese, mentre quelli del reparto cucito guadagnano 8.253,97 yuan al mese. In linea con ciò, ai due estremi della scala, i lavoratori del reparto di stiratura degli indumenti hanno salari medi mensili più alti, pari a 9.868,17 yuan, mentre i responsabili del controllo qualità finale e del confezionamento portano a casa una media di 7.310,29 yuan al mese.
Ma come stanno realmente le cose?
Nei mesi scorsi, una interessantissima inchiesta di Uk Channel 4 spiattellò al mondo intero le condizioni di lavoro di sfruttamento dei dipendenti di Shein nei capannoni nella città di Canton, in Cina. Fu allora che il colosso cinese aprì a sua volta un’inchiesta.
Sappiamo di avere la responsabilità nella salvaguardia del benessere dei lavoratori della nostra rete di fornitori. Alla luce delle notizie relative al recente report, abbiamo lanciato un’indagine sulle affermazioni che due dei nostri fornitori applicchino condizioni inaccettabili presso le loro sedi – scrisse allora sulla pagine social dell’azienda, Molly Miao, co-founder e coo di Shein. Finchè la nostra indagine non sarà completata, ecco alcuni fatti su ciò che stiamo facendo per garantire che i lavoratori che realizzano i prodotti che ami siano trattati in maniera equa.
Secondo l’indagine di Channel 4, insomma, che prende il titolo di “Untold: Inside the Shein Machine”, nei capannoni della città di Canton, nella provincia cinese del Guangdong, migliaia di operai si ritrovano a lavorare anche fino a 18 ore al giorno per realizzare un minimo di 500 capi e hanno diritto ad una sola giornata di riposo nell’arco del mese. Tutto questo per una paga mensile da fame: circa 4000 yuan, che equivalgono a circa 550 euro.
Ne parlammo qui: I tuoi capi su Shein sono pagati 4 centesimi l’uno a operai costretti a cucire per 18 ore al giorno
Una vera e propria corsa al ribasso, insomma, che – numeri alla mano – sarebbe in ogni caso nettamente in contrasto con quanto avrebbe poi affermato la stessa azienda.
Se i controlli rilevano problemi come pratiche di lavoro non etiche o cattive condizioni lavorative, agiamo rapidamente, arrivando anche a terminare la collaborazione quando una violazione grave non viene corretta, si sono ostinati a dire.
Mentre – diciamocelo – i dato snocciolati dal colosso dello shopping online proprio non ci tornano.
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Fonti: Shein / Channel 4
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