La settimana della moda di Melbourne vieta l’uso delle piume degli animali selvatici: è la prima al mondo

La Settimana della moda di Melbourne vieterà a partire dal 2024 le piume degli animali selvatici, dopo aver già bandito le pellicce e le pelli di animali selvatici

Nel 2024 la Settimana della moda di Melbourne diventerà il primo evento di moda al mondo nel suo genere a vietare tre materiali provenienti da animali selvatici, aggiungendo un divieto sulle piume alla sua politica esistente di evento privo di pellicce e pelli di animali selvatici dal 2018.

L’aggiornamento della politica entrerà in vigore il prossimo anno e includerà le piume di uccelli selvatici catturati dal loro habitat naturale e di quelli confinati negli allevamenti, come struzzi, pavoni, emù e altri. World Animal Protection e Collective Fashion Justice hanno celebrato la mossa come un esempio brillante per l’industria della moda globale.

La nuova politica è stata annunciata in occasione di un evento sul futuro della moda senza animali selvatici, che ha approfondito le innovazioni di stilisti, marchi, innovatori di materiali ed eventi di moda che si sono resi cruelty-free.

L’auspicio che tutti seguano l’esempio di Melbourne

Precedentemente chiamata “Melbourne Spring Fashion Week”, la manifestazione ha ritirato per la prima volta tutti i capi in pelliccia dalla sua sfilata dopo che un sostenitore della PETA ha preso d’assalto la passerella nel 2011.

Da allora, le sue politiche sui materiali di origine animale hanno stabilito lo standard da seguire per altri festival. Ora la settimana della moda di Melbourne è di nuovo all’avanguardia e si appresta a essere il primo evento della settimana della moda a vietare le piume di uccelli selvatici.

Suzanne Milthorpe, responsabile delle campagne di World Animal Protection, ha dichiarato:

Le piume entrano spesso nella moda attraverso pratiche estremamente crudeli che minano i principi più elementari del benessere degli animali. Con questa nuova politica, Melbourne pone le basi per un futuro in cui moda ed etica vadano di pari passo, consolidando uno standard globale per l’industria che sia davvero in linea con le aspettative del pubblico. Ci auguriamo di vedere un numero maggiore di marchi e organizzatori di fashion week seguire l’esempio di Melbourne e abbracciare l’innovazione piuttosto che lo sfruttamento, tenendo i materiali della fauna selvatica fuori dalle loro collezioni.

Emma Hakansson, direttrice del Collettivo Fashion Justice, le ha fatto eco:

Il continuo utilizzo delle piume da parte della moda si basa su un concetto di ‘abbiamo sempre fatto così’ che considera accettabile lo sfruttamento degli animali e il danno al pianeta. In una crisi ambientale ed etica che si intreccia, è ora di andare oltre. La moda è creatività e innovazione, e gli stilisti che utilizzano materiali di nuova generazione a base vegetale, stampati in 3D, biobased e riciclati al posto delle piume ci stanno guidando verso il futuro della moda di cui abbiamo bisogno. La decisione della Melbourne Fashion Week consente all’industria di diventare più creativa e meno dipendente da sistemi obsoleti: questo è entusiasmante e lodevole.

Come avvengono queste crudeltà e quanto ancora c’è da fare

Le organizzazioni PETA hanno esortato gli eventi della settimana della moda di tutto il mondo ad abbandonare le piume, denunciando la situazione degli uccelli a cui vengono strappate le piume per realizzare capi e accessori di moda.

Gli struzzi – i cui pennacchi sono i più comunemente usati come decorazione nella moda – non fanno la muta, quindi le loro piume vengono strappate quando sono ancora vivi o rimosse dopo la macellazione. Il Sudafrica è la capitale mondiale dell’esportazione di piume di struzzo, dove la denuncia di PETA ha mostrato che gli operatori trattengono con la forza i giovani struzzi, li stordiscono elettricamente e poi tagliano loro la gola.

Pochi istanti dopo, le piume vengono strappate dai corpi ancora caldi degli uccelli prima che vengano scuoiati e smembrati. Altri uccelli sfruttati e uccisi per le loro piume sono i pavoni, gli emù e i fagiani. Molti di loro vivono una vita di miseria negli allevamenti, confinati in spazi così piccoli e affollati da essere costretti a stare nei loro stessi rifiuti, prima di essere trasportati in un mattatoio.

Nonostante la decisione storica della Settimana della moda di Melbourne, c’è ancora molto da fare. È necessario infatti estendere questa politica includendo tutte le piume. Polli, tacchini, oche e anatre vivono una vita di miseria negli allevamenti, confinati in spazi così piccoli e affollati da essere costretti a stare nei loro stessi rifiuti prima di essere trasportati in un mattatoio.

Negli allevamenti d’oltreoceano, le anatre e le oche utilizzate per la piuma d’oca sono spesso sottoposte a spiumatura viva, durante la quale le piume vengono strappate dal loro corpo mentre sono ancora coscienti, provocando ferite aperte e ali rotte. Gli uccelli negli allevamenti da riproduzione e quelli allevati per la carne e il foie gras possono essere costretti a subire il trauma della spiumatura ogni sei settimane prima di essere uccisi.

Fonte: World Animal Protection

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