Vendute 1 milioni di sneakers realizzate con la plastica raccolta nei nostri mari

Quando erano state lanciate, due anni fa, Adidas aveva promesso che ne avrebbe vendute un milione. E così è stato: le sneakers prodotte con la plastica raccolta nell’oceano hanno raggiunto un obiettivo che fa bene all’ambiente.

Quando erano state lanciate, due anni fa, Adidas aveva promesso che ne avrebbe vendute un milione. E così è stato: le sneakers prodotte con la plastica raccolta nell’oceano hanno raggiunto un obiettivo che fa bene all’ambiente.

Abbiamo più volte parlato della plastica che ormai ha invaso i mari di tutto il mondo, così come della fauna marina costretta a nuotare tra i rifiuti. Ancora di quella catastrofica visione che stabilisce che nel 2050 ci sarà più plastica che pesci.

Per questo motivo, sono tante le aziende, soprattutto quelle che per anni sono state sotto accusa, che cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema inquinamento. E non lo fanno con le parole, ma con i fatti, usando per i loro prodotti, plastica riciclata e raccolta proprio dagli oceani.

Nel 2016 Adidas in collaborazione con Parley for the Oceans, un’associazione ambientalista aveva lanciato l’idea di realizzare delle scarpe usando proprio la spazzatura.In pratica, le UltraBOOST Uncaged Parley questo il loro nome, sono ottenute al 95% da plastica riciclata raccolta vicino alle Maldive e per il 5% da altri materiali riciclati. Per la tomaia di un paio di sneakers sono impiegate circa 11 bottiglie di plastica. Le scarpe hanno un costo di 220 dollari e hanno un particolare design.

“Nessuno salva gli oceani da solo. Ognuno di noi può avere un ruolo nella risoluzione del problema. È compito delle industrie creative reinventare i materiali, i prodotti, i modelli di business. Il consumatore può aumentare la domanda in linea con il cambiamento”, aveva detto qualche tempo fa Cyrill Gutsch, fondatore di Parley for the Oceans.

Al di là delle grandi aziende, ognuno di noi può contribuire al cambiamento partendo proprio dalle piccole azioni quotidiane. Mentre Boyan Slat, ha già inventato un ottimo modo per ripulire i nostri oceani dalla plastica, greenMe ha lanciato la campagna #svestilafrutta, contro l’abuso degli imballaggi in plastica.

Partecipare alla campagna è molto semplice. Ogni qualvolta ti trovi davanti a un prodotto imballato in maniera assurda e senza senso (un mandarino, una banana, una zucchina etc..) scatta una foto e poi caricala sui social Facebook, Twitter, Instagram usando l’hashtag #svestilafrutta, taggando @greenMe_it e inserendo anche il nome del supermercato dove si trova la confezione.

La plastica? Ecco come può essere riciclata:

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Dominella Trunfio

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