Grazie ad un solvente si rompono i legami chimici tra le fibre separandole e riciclandole in modo indipendente: è l’innovativo processo di riciclaggio sviluppato da Erha Andini
Presso l’Università del Delaware, un team di ingegneri dei materiali ha sviluppato un metodo innovativo di riciclaggio chimico che potrebbe rivoluzionare l’industria tessile. Questo processo permette di separare le fibre artificiali, come il poliestere e il nylon, da quelle naturali, come il cotone, rendendo possibile il riciclaggio di capi d’abbigliamento moderni complessi.
L’industria della moda, responsabile del 10% dei rifiuti in discarica a livello mondiale, è nota per l’impatto ambientale negativo dei suoi prodotti, in particolare per l’impossibilità di riciclare tessuti misti e per il rilascio di microplastiche da materiali sintetici.
Gli impianti di riciclaggio municipali, infatti, spesso non dispongono delle tecnologie necessarie per trattare questi materiali complessi. Erha Andini, ingegnere chimico dell’Università del Delaware, ha guidato lo sviluppo di questo nuovo metodo, descritto in uno studio pubblicato su Science Advances. Il processo utilizza un solvente specifico per rompere i legami chimici tra le fibre artificiali e naturali. Questo permette di separare efficacemente i due tipi di fibre, che possono poi essere riciclati in modo indipendente.
Ci sono ancora alcune insidie da limare
Il processo è attivato tramite energia a microonde, rendendolo più economico ed efficiente dal punto di vista energetico. Tuttavia, alcune sfide rimangono. Alcune fibre artificiali riciclate risultano troppo degradate per un riutilizzo efficace, riducendo così il valore del prodotto finale. Inoltre, il costo del solvente utilizzato è ancora elevato, rappresentando un ostacolo economico significativo.
Nonostante queste difficoltà, Andini è ottimista riguardo al futuro del progetto. Grazie a una borsa di studio per l’imprenditorialità, sta lavorando per portare questa tecnologia sul mercato. L’obiettivo è creare un sistema di riciclaggio a circuito chiuso, in cui le fibre riciclate possono essere trasformate nuovamente in filati e poi in nuovi capi d’abbigliamento.
Questo metodo potrebbe contribuire significativamente a ridurre l’impatto ambientale dell’industria della moda, promuovendo la sostenibilità. Iniziative come questa dimostrano il potenziale della scienza e dell’ingegneria nel risolvere problemi ambientali complessi. Se questo metodo riuscirà a superare le sfide economiche e tecniche, potrebbe rappresentare un passo avanti fondamentale verso una moda più sostenibile e responsabile.
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Fonte: Science Advances
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