Centinaia di reggiseni sono stati gettati da uno store Victoria's Secret in chiusura. Uno spreco inaccettabile a cui il mondo della moda è solito
Victoria’s Secret è tra i marchi di moda che generano troppi sprechi. L’attenzione sull’argomento si è riaccesa dopo che sono stati ritrovati centinaia di reggiseni gettati nei cassonetti di fronte a uno store chiuso in Colorado.
Melanie Gelinas, una residente di Centennial, in Colorado, stava portando fuori la spazzatura quando ha notato alcuni reggiseni scartati nel cassonetto. Avvicinandosi, la donna si è accorta che si trattava di pile di reggiseni di Victoria’s Secret, nuovi, che erano stati gettati via.
I capi scartati sono stati trovati insieme ad altri prodotti Victoria’s Secrets di fronte al luogo in cui, fino a poco prima, era aperta una filiale del noto negozio di lingerie.
E’ stata per prima la donna stessa ad indignarsi, fotografando quanto visto, e dichiarando alla rete di notizie americana 9News:
“Dovevano essere centinaia di reggiseni e ho solo pensato, ‘ Che spreco’. Questi finiranno tutti in discarica e invece potrebbero andare in un rifugio per senzatetto o in un rifugio per donne maltrattate”
Immediata la risposta di una portavoce di Victoria’s Secret che ha dichiarato:
“Siamo spiacenti per come potrebbe sembrare. Dato che questo negozio stava chiudendo, abbiamo eliminato i prodotti campione, tra cui reggiseni, dai nostri camerini. Tutto l’inventario rimanente è stato riassegnato ad altri negozi”
Purtroppo, gettare o bruciare i prodotti di inventario che non possono essere venduti ma che potrebbero invece essere donati è un grosso problema nel settore della vendita al dettaglio e i negozi ricorrono spesso a misure estreme come queste per proteggere l’immagine del loro marchio.
Diversi altri grandi brand sono stati accusati di cose simili in passato. Tra questi Nike, H&M, Burberry ed Eddie Bauer che sono finiti sotto il mirino degli attenti consumatori che li hanno aspramente criticati per i loro comportamenti decisamente poco ecocompatibili e inaccettabili, considerando che quella della moda è una delle industrie più inquinanti.
Gli indumenti non solo potrebbero essere donati e riutilizzati ma si eviterebbe anche il costo ambientale del loro smaltimento in discarica o dell’incenerimento. E questo non è poco.
La Francia ha già pensato di dire no alla possibilità di distruggere i vestiti invenduti o di campionario, una scelta che dovrebbe essere condivisa anche dal resto del mondo. Un obbligo morale e materiale che è necessario si assumano tutti i marchi di moda.
Stavolta a finire nel mirino è stata Victoria’s Secret, tra l’altro proprio in un momento già critico per il marchio, accusato recentemente da un’inchiesta del New York Times di aver “diffuso bullismo e molestie su dipendenti e modelle” e una radicata cultura misogina. Tutto questo ha portato a delle vere e proprie proteste che si sono svolte di fronte allo store di New York.
Fonte: The Guardian/ New York Times
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