Perché queste persone si sono buttate per terra davanti al nuovo pop-up store Shein di Parigi

Un gruppo di attivisti di Extinction Rebellion ha manifestato a Parigi davanti al pop-up store del colosso del fast fashion cinese Shein. Il collettivo ambientalista ha cercato di convincere i clienti del controverso marchio a rinunciare ai propri acquisti

Sfrutta i dipendenti, danneggia l’ambiente, crea capi usa e getta pieni zeppi di sostanze tossiche: non c’è una sola ragione perché si continui ad acquistare su Shein. Eppure continua ad essere un vero colosso della fast fashion.

Un marchio di abbigliamento discutibile, lo abbiamo sempre detto, contro cui solo poche settimane fa i parlamentari statunitensi avevano chiesto all’organo di controllo di Wall Street di avviare un’indagine sul lavoro forzato della minoranza musulmana uigura, che il marchio sfrutterebbe per la coltivazione del cotone, mentre non si fermano condanne e proteste da parte della collettività.

Ultimo intervento è quello degli attivisti di Extinction Rebellion a Parigi per “denunciare l’impatto sociale, ecologico e sulla salute della multinazionale“, spiegano.

Accanto all’interminabile coda per entrare nel pop-up store appena aperto nella capitale francese dal marchio cinese, gli attivisti si sono messi sulla strada, come cadaveri, bloccando il traffico. Megafono alla mano, un manifestante ha cercato di sensibilizzare i clienti in coda, che erano lì anche da ore, sottolineando le conseguenze nefaste del marchio sulla salute del Pianeta.

Un pop-up store è un negozio temporaneo basato soprattutto su una estrema pubblicità e prezzi ridotti all’osso, una geniale trovata di marketing per aumentare le vendite.

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Fonte: ER

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