Pellicce Tossiche nei capi di abbigliamento destinati ai più piccoli. Il nuovo e inquietante dossier diffuso nei giorni scorsi dalla LAV in cui si dimostra la presenza di sostanze cancerogene negli inseriti di abiti per bambini commercializzati da 5 differenti aziende, comincia a dare già i suoi frutti.
Pellicce Tossiche nei capi di abbigliamento destinati ai più piccoli. Il nuovo e inquietante dossier diffuso nei giorni scorsi dalla LAV in cui si dimostra la presenza di sostanze cancerogene negli inseriti di abiti per bambini commercializzati da 5 differenti aziende, comincia a dare già i suoi frutti.
“Il Gufo”, uno di questi 5 brand coinvolti a distanza di 24 ore dal lancio di “Toxic Fur” ha comunicato con una nota l’annuncio dell’immediato ritiro dal mercato del prodotto incriminato, ovvero il “Giaccone Piuma” (codice mod. A12GM027EC100/100) con inserto in pelliccia di Murmasky (cane-procione), per bambino di 18 mesi.
Ricordiamo che la LAV aveva sottoposto un campione della componente di pelliccia animale ad analisi eco-tossicologiche rinvenendo tracce di sostanze pericolose: i test effettuati dal laboratorio di analisi chimiche dell’Istituto Buzzi di Prato, hanno, infatti, rilevato la presenza di Formaldeide in quantità fino a 10 volte superiore a quanto previsto dai più rigorosi standard industriali di sicurezza, oltre ad altre sostanze classificate come tossiche o possibili cancerogeni tra cui Pentaclorofenolo, Nonilfenolo Etossilato, Cromo, Piombo, Alluminio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (Fenantrene e Naftalene).
“Quella de “Il Gufo” è una decisione responsabile – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce – Ma per evitare d’incorrere nuovamente in un rischio ‘tossico’ è necessario rinunciare definitivamente all’uso di pelliccia animale: una scelta che avrebbe un grande valore sia ambientale che etico“.
Anche perché come fa notare proprio l’associazione animalista la filiera di produzione dell’industria delle pellicce prevede necessariamente l’impiego di sostanze classificate come “CMR – cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione” e che, inevitabilmente lasciano tracce anche significative nel prodotto finito, con conseguenze per la salute di chi lo indossa.
Per questo la LAV “ invita l’azienda “Il Gufo” ad adottare una politica aziendale fur-free anche tramite l’adesione allo Standard Internazionale Fur-Free, promosso gratuitamente in Italia dalla LAV per conto della Fur Free Alliance (coalizione di organizzazioni impegnate nel mondo contro lo sfruttamento degli animali per la loro pelliccia) ed al quale hanno già aderito importanti firme, tra le più recenti, Elisabetta Franchi“
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