Stop alle pellicce, obiettivo raggiunto! Chiude la storica campagna della Peta

Abbiamo vinto. Decretata definitivamente la fine delle pellicce, la Peta chiude la storica e decennale campagna “Meglio nude che in pelliccia”

Abbiamo vinto. Il mondo della moda ha decretato definitivamente la fine delle pellicce nelle sue collezioni e così la Peta chiude la storica e decennale campagna “Meglio nude che in pelliccia”, che negli ultimi 30 anni ha visto come testimonial celebrità di tutto il mondo.

Dozzine gli annunci pubblicitari, centinaia le proteste, tantissime le rivoluzioni sulle passerelle. Le pellicce, e perdonate il gioco di parole, sono ufficialmente morte. Armani, Versace, Ralph Lauren, Gucci e Burberry, questi, insieme ad altri centinaia di marchi, hanno avuto una svolta fur free alla propria produzione.

E allora oggi è giunto il momento per questa iconica campagna di seguire la strada della “stola di visone”, in modo che PETA possa concentrarsi su altre aree in cui gli animali hanno ancora bisogno di un grande aiuto, come l’uso della pelle, compresa quella esotica, o della lana.

Fonte foto @Peta

Fonte foto @Peta

Ne è passato di tempo da quando nei primi anni ’90 iniziarono ad apparire i primi tabelloni pubblicitari, a partire da Times Square, con lo slogan “Preferirei andare in giro nuda che indossare una pelliccia”. A gridarlo al mondo furono Pamela Anderson , Taraji P. Henson o ancora Wendy Williams e P! Nk. Memorabile in Italia la testimonianza della Canalis.

“Quasi tutti i migliori stilisti hanno abbandonato la pelliccia , la California l’ha vietata , la regina Elisabetta II ci ha rinunciato, Macy’s sta chiudendo i suoi saloni e ora la più grande casa d’aste di pellicce del Nord America ha dichiarato il fallimento”, afferma il vicepresidente della PETA Dan Mathews, che ideò a suo tempo questa campagna destinata a fare la storia.

PETA continuerà a lavorare per porre fine all’uso della pelliccia ovunque ancora esista, come testimoniano le proteste in corso contro Canada Goose – che fabbrica i suoi parka con le pellicce dei coyote selvatici catturati con dolorose trappole d’acciaio.

 

I tempi cambiano e il mondo ha detto basta a questo capo arcaico intriso di sofferenza. Attenzione industria della pelle e della lana: voi sarete i prossimi.

Fonte Peta 

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