Milano Fashion Week 2014: fuori programma di Greenpeace per chiedere una moda libera da sostanze tossiche

Milano Fashion Week 2014. Anche quest’anno Greenpeace ha deciso di intervenire, con un fuori programma, in occasione dell’apertura della settimana della moda milanese. Gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione nella Galleria Vittorio Emanuele per chiedere alle più importanti case dell’alta moda di eliminare le sostanze pericolose dai propri abiti.

Milano Fashion Week 2014, un’occasione per riflettere sull’impatto dell’alta moda su ambiente e salute. Anche quest’anno Greenpeace ha deciso di intervenire, con un fuori programma, in occasione dell’apertura della settimana della moda milanese. Gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione nella Galleria Vittorio Emanuele per chiedere alle più importanti case dell’alta moda di eliminare le sostanze pericolose dai propri abiti.

Greenpeace ha puntato soprattutto sulla propria ultima campagna, dedicata alle sostanze tossiche presenti nei capi d’abbigliamento di lusso per bambini. Gli attivisti hanno calato dal soffitto della Galleria un banner da 100 metri quadrati che raffigurava i testimonial di Beautiful fashion, ugly lies? #TheKingisNaked.

In contemporanea un altro gruppo di attivisti ha aperto uno striscione rivolto a Versace, per chiedere alla casa di alta moda italiana di eliminare le sostanze tossiche dalla propria produzione: “Versace, Detox Now!”.

È di pochi giorni fa la pubblicazione dell’ultimo rapporto di Greenpeace, che mostra come le stesse sostanze chimiche pericolose impiegate dai marchi di largo consumo vengano utilizzate anche dalle case di moda di lusso per produrre abiti e accessori per bambini. Tra i grandi nomi sotto accusa non mancano Dolce&Gabbana, Versace e Louis Vuitton.

Alcune di queste sostanze possono interferire con il sistema ormonale di uomini e animali. Le sostanze nocive si riversano nei laghi e nei fiumi durante la fabbricazione o il lavaggio degli abiti. Greenpeace ha dato il via ad una campagna Detox per permettere alle case di alta moda di cambiare rotta entro il 2020. Quale occasione migliore della Milano Fashion Week per lanciare il proprio messaggio di protesta?

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“Abbiamo svelato l’incubo tossico che si nasconde dietro a questi abiti da sogno e chiediamo insieme a questo piccolo Re vestiti liberi da sostanze tossiche per ogni bambino del Pianeta. È arrivato il momento che i grandi marchi come Versace facciano quello che i consumatori e gli appassionati di moda di tutto il mondo stanno chiedendo: eliminare dalla propria filiera le sostanze chimiche pericolose. Valentino e Burberry lo hanno già fatto, cosa sta aspettando Versace?” – ha dichiarato Chiara Campione, responsabile del progetto di Greenpeace The Fashion Duel.

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Leggi qui la sintesi del rapporto “Piccola storia di una bugia fuori moda”.

Marta Albè

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