Le scarpe in pelle nera, fino ad oggi parte integrante e obbligata del kit degli studenti indiani, sono state bandite dalle uniformi scolastiche. È successo nel Punjab, uno Stato dell’India settentrionale al confine con il Pakistan, dove il Governo sta sollecitando le scuole ad abolire l’uso delle scarpe in pelle, che causano sofferenza, crudeltà e morte per le mucche, ma anche inquinamento ambientale e intossicazioni per i lavoratori dell’industria conciaria.
Le scarpe in pelle nera, fino ad oggi parte integrante e obbligata del kit degli studenti indiani, sono state bandite dalle uniformi scolastiche. È successo nel Punjab, uno Stato dell’India settentrionale al confine con il Pakistan, dove il Governo sta sollecitando le scuole ad abolire l’uso delle scarpe in pelle, che causano sofferenza, crudeltà e morte per le mucche, ma anche inquinamento ambientale e intossicazioni per i lavoratori dell’industria conciaria.
Dopo aver ricevuto una lettera da People for the Ethical Treatment of Animals India in cui veniva spiegato dettagliatamente il processo che trasforma le mucche in pelle , il Responsabile dell’educazione del Punjab ha diramato nelle scuole della provincia un comunicato in cui si raccomanda fortemente “di porre fine alle atrocità commesse nei confronti di animali innocenti attraverso la riduzione del consumo di pelle”, scegliendo scarpe prodotte con materiali alternativi alla pelle animale.
Le mucche usate dall’industria conciaria indiana sono costrette a marciare per miglia e miglia verso una morte certa o a restare ammassate in camion. Il più delle volte muoiono di fame, stanchezza, malattie, o a causa delle ferite ben prima di giungere a destinazione. Una volta negli stabilimenti vengono spellate e smembrate anche se sono ancora coscienti. Questa la denuncia della PETA indiana che spiega, poi, che i prodotti tossici utilizzati per trasformare le mucche in pelle finiscono troppo spesso nei fiumi, oltre ad essere la causa di numerosi disturbi di cui soffrono i lavoratori dell’industria conciaria, come malattie del sistema nervoso, infezioni respiratorie e cancro.
Bel paradosso per un Paese dove la vacca sarebbe, almeno secondo i fedeli induisti e, in particolare, per i devoti di Hare Krishna, “essenza del dono supremo e incarnazione del dono divino e della vita stessa”. La stessa costituzione indiana ha inserito tra i doveri fondamentali dei cittadini quello di “proteggere e migliorare l’ambiente naturale e avere compassione per le creature viventi”.
“Con questo passo in avanti verso la riduzione della violenza sugli animali, il Punjab sta progressivamente dimostrando di essere uno Stato che ha a cuore la salute degli animali e dell’ambiente- spiega Himani Shetty, portavoce indiano dell’associazione che difende i diritti degli animali- Siamo sicuri che anche altri Stati seguiranno il suo esempio. Noi continueremo a lottare fino al giorno in cui tutte le scuole dell’India saranno libere dalla pelle”.
Per farvi un’idea guardate il video di PETA sulle violenze inferte alle mucche dell’industria conciaria indiana presentato da Pamela Anderson