Sai cosa si nasconde dietro le tue sneakers Adidas preferite? La pelle con cui sono realizzati i modelli Samba, Gazelle e Spezial proviene dal Brasile, contribuisce alla deforestazione amazzonica e allo sfruttamento dei lavoratori. Lo rivela una nuova inchiesta
Tra le sneakers più famose e di moda negli ultimi anni ci sono senza dubbio diversi modelli retrò del marchio Adidas, tra cui le popolari Samba, Gazelle e Spezial. Ma cosa si nasconde dietro queste scarpe amatissime in tutto il mondo?
Una nuova inchiesta di Follow The Money, organizzazione giornalistica e di ricerca olandese il cui obiettivo principale è rivelare informazioni sulle aziende, concentrandosi sulla loro trasparenza e responsabilità, ci rivela il lato oscuro delle sneakers Adidas.
L’inchiesta mostra legami preoccupanti tra la produzione di queste iconiche calzature e diverse pratiche dannose per l’ambiente e i diritti umani in Brasile, Paese da cui proviene la pelle con cui sono realizzate.
L’indagine è stata condotta su tutta la catena di approvvigionamento di Adidas e sostanzialmente rivela che la pelle utilizzata per le sneakers proviene da fornitori brasiliani associati alla deforestazione dell’Amazzonia.
L’azienda manifatturiera Shyang Shin Bao, originaria di Taiwan, ha due stabilimenti in Vietnam, uno in Indonesia e uno in Myanmar. Secondo Maria Rizkiana, una dipendente che ha la responsabilità degli acquisti, tutte queste fabbriche producono le scarpe da ginnastica Gazelle e Spezial per Adidas.
I registri di importazione aziendali mostrano che nel 2023 il gruppo Shyang Shin Bao ha acquistato almeno 2,5 milioni di chilogrammi di pelle da tre fornitori vietnamiti che a loro volta hanno acquistato oltre 20 milioni di chilogrammi di pelli bovine da fornitori brasiliani noti per favorire la deforestazione.
Dall’indagine risulta che la pelle utilizzata per le scarpe più popolari dell’Adidas viene prodotta in Brasile dai più grandi produttori di carne del mondo, come JBS e Minerva, per i quali le pelli bovine sono un business secondario redditizio, e da produttori specifici di pelle bovina come Viposa, Vancouros e Fuga Couros.
Ma non è tutto, c’è anche un grave problema di sfruttamento dei lavoratori. Le condizioni di lavoro di chi fa parte di questa catena di approvvigionamento sono infatti molto simili alla schiavitù, in particolare in alcune fabbriche di produzione di pelle in Brasile.
Secondo questa inchiesta, dunque, le promesse di sostenibilità di Adidas cozzano, e di molto, con la realtà dei fatti. L’azienda sembra non essere all’altezza degli impegni presi e Follow the Money accusa il brand di essere ben lontano dalla promessa fatta ai clienti di avere una catena di approvvigionamento “priva di deforestazione” entro il 2030.
Per arrivare a lanciare queste pesanti accuse, Follow The Money ha analizzato le dichiarazioni doganali di importazione ed esportazione dei fornitori di Adidas, rivelando appunto che il gruppo Shyang Shin Bao ha acquistato pelle da fornitori brasiliani noti per il loro coinvolgimento nella deforestazione. L’inchiesta ha però sottolineato un fatto ancora più grave, ovvero che Adidas continua ad acquistare pelle da queste fonti nonostante sia stata informata dei retroscena.
La replica di Adidas
Adidas afferma di adottare misure rigorose per garantire il rispetto dei diritti degli animali, dell’ambiente e dei lavoratori nella sua catena di approvvigionamento. L’azienda sostiene di avere standard elevati che richiedono che tutti gli animali nella catena di fornitura siano trattati in modo etico, evitando qualsiasi forma di maltrattamento.
Il marchio dichiara inoltre di non utilizzare pelle proveniente da animali allevati o macellati in India o Cina (dove i maltrattamenti sono davvero disumani), in linea con la sua politica di benessere animale ma allo stesso tempo riconosce che la catena di fornitura è complessa e che qualcosa possa sfuggire. Follow the Money a proposito scrive:
Queste promesse esistono solo sulla carta, come dimostra un’analisi della catena di fornitura: le pelli bovine provenienti dalla Cina finiscono effettivamente nelle scarpe da ginnastica Adidas.
L’azienda si è comunque impegnata ad indagare ulteriormente, a rafforzare i controlli e a prendere misure correttive, se necessario. Sottolinea poi che è consapevole della necessità di migliorare la trasparenza e la tracciabilità nella catena di approvvigionamento, nonché di collaborare con fornitori e parti interessate per affrontare eventuali problemi.
Più che tante chiacchiere, però, vorremmo finalmente vedere dei risultati più concreti.
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Fonte: Follow the Money
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