Hugo Boss: dice addio alle pellicce, da oggi è fur-free

Hugo Boss ha detto addio alle pellicce e diventa fur-free dalla collezione autunno/inverno 2016 (e successive). La decisione era già stata preannunciata nel Bilancio di Sostenibilità 2014, e grazie alla collaborazione tra l'azienda e la Fur Free Alliance, oggi Hugo Boss ha ufficialmente annunciato il passaggio al fur-free

Hugo Boss ha detto addio alle pellicce e diventa fur-free dalla collezione autunno/inverno 2016 (e successive). La decisione era già stata preannunciata nel Bilancio di Sostenibilità 2014, e grazie alla collaborazione tra l’azienda e la Fur Free Alliance, oggi Hugo Boss ha ufficialmente annunciato il passaggio al fur-free.

A partire dalla collezione autunno/inverno 2016 e successive, nei capi Hugo Boss non sarà più presente pelliccia animale: mai più cani-procione o conigli saranno sacrficati per la moda. Al loro posto prodotti in eco-pelliccia ed eco-pelle, prodotti con cui il marchio vuole ispirare l’attuale e le prossime generazioni verso una nuovo tipo di lusso cruelty free.

Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, spiega: “Hugo Boss è diventato un punto di riferimento nel mondo della moda, prendendo una netta posizione contro la crudeltà sugli animali per la produzione di pellicce. La Fur Free Alliance auspica che altri marchi del lusso seguano l’esempio di Hugo Boss, soprattutto perché le alternative ai materiali animali sono una realtà e sono alla moda”.

hugoboss

La Fur Free Alliance, di cui la LAV è membro italiano, si congratula con l’azienda per avere deciso di eliminare completamente le pellicce animali da ogni futura collezione. Hugo Boss si unisce ad una lista crescente di marchi e rivenditori fur-free, tra cui Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Stella McCartney, Zara, e ASOS e tra gli italiani Elisabetta Franchi, Geox, Miniconf.

Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Etica, conclude “La decisione di Hugo Boss è l’ennesima dimostrazione che la moda etica, responsabile e sostenibile (ovvero senza derivati animali) non solo è possibile ma è una realtà affermata e apprezzata. La LAV ha recentemente lanciato anche il progetto Animal Free Fashion www.animalfree.info col quale attribuiamo una valutazione etica, tramite un apposito rating, alle aziende virtuose che si sono impegnate a non utilizzare materiali animali”.

Roberta Ragni

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