Greenpeace, Milano Fashion Week. La settimana della moda milanese ha preso il via oggi, mercoledì 20 febbraio 2013, con un’ora di anticipo, per intervento degli attivisti di Greenpeace, i quali hanno proposto al pubblico in attesa del primo evento ufficiale una sfilata verticale green che ha avuto come proprio teatro il castello sforzesco.
Continua la sfida all’Alta Moda per ripulirsi. La settimana della moda milanese ha preso il via oggi, mercoledì 20 febbraio 2013, con un’ora di anticipo, per intervento degli attivisti di Greenpeace, i quali hanno proposto al pubblico in attesa del primo evento ufficiale una sfilata verticale green che ha avuto come proprio teatro il castello sforzesco.
La sfilata, svoltasi su un green carpet appositamente srotolato lungo il Castello Sforzesco, ha avuto lo scopo di convogliare l’attenzione sulla campagna lanciata da Greenpeace negli scorsi giorni, attraverso la presentazione di un guanto di sfida alle più importanti aziende d’alta moda italiane e francesi, affinché dicano stop ad inquinamento, sostanze tossiche per la salute e sfruttamento delle foreste.
Il messaggio di “The Fashion Duel” è stato rivolto attraverso la sfilata a tutti gli stilisti italiani che saranno presenti presso la Milano Fashion Week, in modo che si interroghino sulla necessità di rendere il settore della moda maggiormente sostenibile. La sfilata green ha rappresentato un appuntamento inatteso volto a sfidare la moda proprio all’inizio di uno degli eventi italiani più attesi dal mondo che ruota attorno ad essa.
Al momento, l’impegno delle case di moda a cui la sfida “Scarichi Zero” e “Deforestazione Zero” è stata rivolta da parte di Greenpeace, si è dimostrato parziale o nullo. Aziende molto note, tra cui Prada, Dolce&Gabbana, Chanel ed Hermes, si sono rifiutate di fornire le informazioni necessarie alla loro valutazione dal punto di vista del rispetto dell’ambiente e delle risorse del pianeta.
L’inizio della Milano Fashion Week, oltre che dalla sfilata organizzata da Greenpeace, è stato anticipato dalla comparsa di “clean graffiti” attraverso cui, rimuovendo lo sporco dalle superfici, sono stati creati messaggi ed immagini lungo le vie della moda, in modo da promuovere l’eliminazione delle sostanze tossiche dal settore.
La battaglia si preannuncia ancora lunga ed anche per questo Greenpeace ha preparato una petizione che può essere firmata e supportata al fine di chiedere alle aziende di partecipare in maniera onesta alla sfida per una moda più pulita.
Marta Albè
LEGGI anche:
L’Alta Moda deve ripulirsi: guanto di sfida a 25 grandi griffe