Non solo fast fashion: il lato oscuro della “fast deco”, l’arredamento a basso costo di Zara Home, H&M o Shein

C’è preoccupazione per i rischi dell’arredamento a basso costo con la fast eco che produce enormi quantità di prodotti con rapidi rinnovi delle collezioni

Un recente report pubblicato da associazioni ambientaliste francesi, tra cui Zero Waste France, Les Amis de la Terre e il Réseau National des Ressourceries et Recycleries, denuncia il crescente impatto ambientale della “fast deco”, ovvero l’arredamento a basso costo acquistato rapidamente e altrettanto velocemente gettato via.

Questo fenomeno sta generando un problema ecologico simile a quello del fast fashion. Mobili e decorazioni comprati da catene come Zara Home, H&M e Shein, e rapidamente scartati, contribuiscono significativamente allo spreco di risorse e alla produzione di rifiuti.

Durante il periodo del Covid, molte persone hanno investito nell’arredamento delle proprie case, portando a un boom di acquisti. Uno studio pubblicato su Les Échos mostra che tra il 2017 e il 2022, il numero di elementi di arredo immessi sul mercato in Francia è aumentato dell’88%. Tuttavia con l’aumento degli acquisti è aumentata anche la quantità di rifiuti: tra il 2014 e il 2020, i rifiuti di elementi d’arredamento sono raddoppiati e solo una piccola parte di questi viene riciclata.

Il parallelismo tra la fast deco e la fast fashion

Gli autori del report sottolineano che la fast deco e la fast fashion condividono lo stesso modello di business: enormi quantità di prodotti a basso costo e rapidi rinnovi delle collezioni. Le festività commerciali come San Valentino e la festa della mamma sono sfruttate per lanciare nuove collezioni e stimolare gli acquisti.

Ad esempio, Maisons du Monde introduce 3.000 nuovi oggetti ogni anno. Nuovi attori come Shein e Action stanno entrando nel mercato della decorazione low-cost, sostenuti da una comunità attiva sui social media e aumentando così l’impatto ambientale della fast deco.

Lo sfruttamento eccessivo delle risorse, come il legno, e l’utilizzo di materie sintetiche che inquinano gli oceani, sono solo alcuni dei problemi. Un documentario intitolato “Ikea, il signore delle foreste” evidenzia lo sfruttamento del legno, mentre cuscini, plaid e tende contribuiscono agli stessi danni ambientali dei vestiti, con l’uso di pesticidi e il grande consumo di acqua per il cotone.

Pierre Condamine, responsabile della campagna sulla sovrapproduzione di Les Amis de la Terre France, afferma che è urgente regolamentare il settore per limitare il consumo eccessivo di risorse. Nonostante le evidenze sull’importanza del riciclo e del riutilizzo, queste pratiche rimangono marginali e non adeguatamente supportate. Le associazioni ambientaliste chiedono quindi una maggiore attenzione e azioni concrete per affrontare questo problema.

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Fonte: Zero Waste France

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