Fashion Revolution Day: un selfie per una moda più etica dopo la strage del Rana Plaza (#WhoMadeMyClothes)

Nella strage di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh, nel 2013 hanno perso la vita 1133 operai del tessile, per via del crollo di un edificio commerciale di otto piani. E’ considerato il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia.

Nella strage di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangladesh, nel 2013 hanno perso la vita 1133 operai del tessile, per via del crollo di un edificio commerciale di otto piani. È considerato il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia.

Si tratterebbe anche del più letale cedimento strutturale accidentale nella storia umana moderna. Il 24 aprile 2015, in occasione del secondo anniversario della strage di Rana Plaza, torna il Fashion Revolution Day per ricordare le vittime di questa tragedia.

Si tratta di una campagna internazionale coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora e sostenuta da Altromercato. In questa occasione viene posta una domanda a tutti noi: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. L’iniziativa chiede a tutti noi di scattarsi una foto con l’etichetta dei vestiti bene in vista e condividerla attraverso i social media (Facebook, Twitter, Instagram) con l’hashtag #WhoMadeMyClothes.

Sarà un’importante occasione non solo per ricordare le vittime di Rana Plaza, ma soprattutto per promuovere una maggiore consapevolezza di tutto quello che c’è dietro ai vestiti che indossiamo (chi li ha realizzati, dove e come), dei costi, delle paghe e delle condizioni dei lavoratori, dell’impatto della moda in ogni fase del processo di produzione, e per dimostrare che un nuovo modello economico ed un consumo responsabile è possibile, attraverso la valorizzazione di realtà che creano un futuro più sostenibile e che realizzano capi praticando una filiera etica come avviene nel Commercio Equo e Solidale.

“Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente” – ha commentato Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. – “Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.

fashion revolution day

L’anno scorso hanno aderito decine di migliaia di persone in tutto il mondo. Anche il 24 aprile 2015, in 66 Paesi, tutti coloro che sono coinvolti nel mondo della moda – dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti – si riuniranno per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare nella moda filiere trasparenti, etiche e giuste.

Alla campagna hanno già aderito, tra gli altri, il maestro Bernardo Bertolucci, il creativo Elio Fiorucci, il musicista Saturnino Celani, l’artista/attice Domiziana Giordano, l’attore e regista Giampiero Judica, il tenore Noah Steward, il filmmaker Jordan Stone facendosi ritrarre con gli abiti al contrario.

Bernardo Bertolucci FRD web

FR Elio Fiorucci web

FR Marina Spadafora web

FR Saturnino web

Partecipate al Fashion Revolution Day 2015 con gli hashtag #FashRev e #WhoMadeMyClothes.

Marta Albè

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