Addio Rifle: fallisce lo storico marchio di jeans Made in Italy

Addio Rifle, lo storico marchio del denim Made in Italy, è stato dichiarato fallito dal Tribunale di Firenze

Il coronavirus miete un’altra “vittima”. È Rifle, lo storico marchio del denim Made in Italy. Fondata nel 1958 dai frateli Fratini, l’azienda è stata dichiarata in fallimento in questi giorni dal Tribunale di Direnze e messa all’asta.

L’avventura di Rifle è iniziata nel 1958 dopo nove anni negli Stati Uniti alla ricerca della migliore tela denim da parte dei fratelli Fratini. Fino ad oggi è stato considerato uno dei nomi storici del jeans italiano ma da tempo era in difficoltà. E ora, la crisi legata al coronavirus, ha dato la spallata finale. La sua sede, situata alle porte di Firenze, a Barberino del Mugello, era alla  ricerca di una strategia di rilancio già nel 2017, quando Sandro Fratini, figlio del fondatore Giulio, aprì il capitale (44%) alla società svizzera Kora, arrivata poi a detenere la quota di maggioranza (55%) l’anno successivo.

Come ricostruisce il Sole24Ore, allora alla guida di Rifle arrivò Franco Marianelli, ex Guess Italia e Gas jeans, ma nel 2018 il bilancio si chiuse con una perdita di 3,3 milioni di euro.

Recentemente, l’azienda aveva presentato domanda di concordato in continuità al Tribunale di Firenze accompagnata da una richiesta di aiuto da parte dei sindacati alla Regione Toscana, che aveva aperto un tavolo di crisi.

Si sperava in un piano di rilancio che però non è arrivato. Da qui il fallimento sancito dal Tribunale. Quest’ultimo

“ha disposto l’esercizio provvisorio per 45 giorni – spiegano Alessandro Lippi della Filctem-Cgil e Gianluca Valacchi della Femca-Cisl che stanno seguendo la vicenda – . Appena sarà nominato ufficialmente il curatore fallimentare, chiederemo un incontro per esaminare la situazione e cercare di dare un ulteriore sostegno economico ai dipendenti che ora sono in cassa integrazione Covid-19”.

Purtroppo i 96 addetti, che lavorano a Barberino del Mugello e nei negozi monomarca italiani, sono preoccupati e sperano in una ripartenza a seguito di una eventuale vendita all’asta dell’azienda.

Un altro storico marchio stroncato dal coronavirus.

Fonti di riferimento: IlSole24Ore

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