In vigore nuove etichette per vestiti e scarpe: come leggerle e cosa cambia

Etichette di abiti e scarpe, si cambia. Da oltre un anno è in vigore il decreto emanato dal Ministero dello sviluppo economico, grazie al quale i prodotti di abbigliamento e le calzature dovranno indicare in italiano e per esteso i materiali e le percentuali ma anche il nome e l'indirizzo del produttore

Etichette di abiti e scarpe, si cambia. Da oltre un anno è in vigore il decreto emanato dal Ministero dello sviluppo economico, grazie al quale i prodotti di abbigliamento e le calzature dovranno indicare in italiano e per esteso i materiali e le percentuali ma anche il nome e l’indirizzo del produttore. Ora finalmente vedremo le nuove etichette sui capi prodotti in Italia.

Nonostante fosse in vigore da un anno, fino ad ora non erano del tutto chiare le forme di applicazione della norma, soprattutto sul fronte delle multe, che possono arrivare fino a 20mila euro, e dei controlli.

Difficoltà che adesso sembra risolta. Per questo, quando acquistiamo un prodotto Made in Italy, che sia un indumento, un paio di scarpe o degli accessori, avremo uno strumento in più per tutelarci: le nuove etichette, che dovrebbero avvantaggiare soprattutto le produzioni di qualità.

Etichettatura calzature e tessili: il decreto

Entrata in vigore il 4 gennaio 2018 con la pubblicazione del decreto legislativo n. 190 del 15 novembre 2017, la nuova disciplina sanziona le violazioni nell’etichettatura e nell’etichetta di composizione dei prodotti tessili e dei materiali usati nelle calzature, agevolando così la libera circolazione dei capi del mercato comunitario e la valorizzazione dei prodotti che garantiscono una maggiore trasparenza.

“Il nuovo apparato sanzionatorio costituisce un effetto di deterrenza per le violazioni delle norme dettate dall’Unione europea e ha l’obiettivo di dare certezza della sanzione sia agli operatori che e ai controllori, per garantire al consumatore un’informazione corretta e consapevole sulla composizione del prodotto” si legge nel comunicato ufficiale del Ministero dello sviluppo economico.

Cosa troveremo nelle etichette

Secondo la legge, capi di abbigliamento, accessori e calzature dovranno riportare indicazioni ben precise, scritte in italiano e per esteso con le seguenti informazioni:

  • luogo in cui è stato realizzato un prodotto, con tanto di nome e indirizzo del produttore
  • materie prime con cui è stato realizzato
  • percentuale di utilizzo delle materie prime.
  • Inoltre, nell’etichetta delle scarpe troveremo anche una piccola icona con le informazioni riguardanti le composizioni di tomaia, rivestimento, suola interna e suola esterna.

Per aiutare i consumatori tutti i negozi, dai piccoli punti vendita ai centri commerciali, dovranno esporre una guida per leggere le etichette dei prodotti in vetrina.

L’obbligo delle etichette vale anche per gli acquisti online

Anche abiti, scarpe e accessori venduti sul web sono sottoposti alla stessa norma. Per questo, per ogni capo devono essere riportate le informazioni sulla provenienza e la composizione. Le indicazioni dovranno essere inserite nei cataloghi, nei prospetti, sugli imballaggi, sulle etichette e sui contrassegni.

I vantaggi

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, la legge farà si che chi acquista possa fare una comparazione più approfondita tra i prodotti, non avendo più come unico parametro di giudizio esclusivamente quello del prezzo ma anche quelli della provenienza e della composizione.

“A beneficiarne saranno soprattutto i prodotti di qualità e, nella fattispecie, quelli Made in Italy, considerato che da ora in avanti sarà chiaro se un capo di abbigliamento o una calzatura sono stati realizzati in Italia o se sono stati importati dall’estero. Altro aspetto da considerare riguardo infine il fatto che questa legge responsabilizza non solo produttori e importatori ma anche i negozianti”.

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Francesca Mancuso

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