In giro per il Fuorisalone non potevamo farci sfuggire l'occasione di visitare la prima botique del design sostenibile nonché primo negozio interamente dedicato allo swap party
Il Fuorisalone è la grande giostra di Milano, arriva una volta all’anno e la ribalta da capo a piedi. C’è chi non scenderebbe mai e chi invece ha la nausea fin dal primo giro. Certo è che catalizza l’attenzione di tutti. Potevamo noi di greenMe.it starne fuori? Certo che no. E tra le tante novità e iniziative speciali fiorite tra le strade della città, qui ve ne raccontiamo una che, a differenza di molte altre, rimane al suo posto anche dopo che le luci della giostra si sono spente.
L’Eco Concept Store non è un semplice negozio, ma un luogo in cui curiosare tra le ultime novità dell’eco-design e scoprire come i materiali riprendono vita nelle forme più inaspettate. Tutti gli oggetti ed arredi esposti, infatti, sono rigorosamente frutto di riciclo creativo e di riutilizzo di oggetti in disuso, di scampoli, plastiche, scarti di produzione e vecchi reperti da cantina.
Potreste incappare in una scultura fatta con l’argenteria della nonna, o in un tavolino decorato con matite usate, piastrelle e fusibili (opere dello scultore Franco Corso). Oppure in telefoni, vecchie caffettiere e manubri trasformati in lampade sorprendenti nelle mani di Maurizio Lamponi. E se invece cercate qualcosa di più semplice ma decisamente glamour, perché non provare con le luccicanti borse e collane di Lacre Bag… tutte ricoperte di linguette di lattine?
Qui non si butta proprio via niente, insomma. E presto, ci racconta Grazia Pallagrosi, una delle fondatrici dell’Atelier del Riciclo, anche gli abiti entreranno a far parte della proposta dello store: abiti recuperati e rinnovati nelle mani dell’Atelier. Un nuovo progetto tutto dedicato alla moda, perché in fondo il fashion è l’altra anima dell’Eco Concept Store, sede della prima Swap Boutique d’Italia che, per il Fuori salone 2010, ha organizzato due giorni di Swap Party in piena regola.
Oltre alle esposizioni di design, infatti, un’intera ala dello store è occupata da abiti, scarpe e accessori di ogni genere. La selezione è di alta qualità e le griffe ammiccano dalle grucce, mentre le etichette con le stelline fanno bella mosta di sé orientando le “swapper” nelle scelte e nello scambio. Il funzionamento è semplice: i capi sono classificati con delle stelline che ne indicano il valore (qualità dei materiali, griffe, taglio sartoriale, ecc) e ognuno può scambiare il suo capo con uno “equivalente” in stelline (mai superiore!) e senza nessun tipo di limitazione nella tipologia. Per provare il vostro primo swap potete aspettare un party – che la Boutique organizza di frequente – a cui si partecipa con un’iscrizione a pagamento. E se poi ci prendete gusto, la Swap Boutique propone abbonamenti di durata diversa per poter scambiare anche tutti i giorni. “Le affezionate clienti – ci ha spiegato Grazia – vengono effettivamente almeno una volta alla settimana. E pensare che al principio lo swap veniva guardato con diffidenza: le clienti mi chiedevano come mai non potevano acquistare il capo che desideravano…facevano fatica a capire il significato insito nello scambio“.
Ma come tutte le novità, prima o poi ci si prende confidenza. E a giudicare dal successo che gli swap party riscuotono, qui come in altri luoghi d’Italia, direi che lo scambio si avvia a diventare una pratica sempre più amata e ricercata.
E voi, cosa aspettate a tirare fuori dall’armadio qualche capo per il prossimo swap party? E se invece volete provare ad organizzarlo a casa vostra, invitando un po’ di amiche per rinnovare il guardaroba, basterà seguire queste 10 mosse.
Maura Tomei