In Colombia nasce la prima alternativa vegan al cuoio da una pianta coltivata dagli indigeni

Un colombiano ha brevettato una valida alternativa al cuoio a base di Fique, una fibra naturale coltivata nelle zone andine.

Niente più pelle di animali: un colombiano ha brevettato una valida alternativa al cuoio a base di Fique, una fibra naturale coltivata nelle zone andine. Sua una grande peculiarità: la pianta ha bisogno di pochissima acqua e per questo è in grado di fornire valide alternative sostenibili al settore tessile.

Il comparto della moda è di fatto la seconda attività più inquinante al mondo, superato solo dagli idrocarburi. Il problema principale è l’impronta ambientale lasciata dai materiali necessari per l’abbigliamento: inchiostri inquinanti, poliesteri non biodegradabili, la grande quantità di acqua richiesta dalle colture di cotone e il metano indotto dai bovini per realizzare la pelle animale su tutto.

Ecco perché bisogna far presto e trovare materiali ecologici che lascino in pace il Pianeta: in questa direzione si sta spingendo proprio il colombiano Alejandro Moreno, fondatore di Fiquetex, un’azienda che produrrà la prima alternativa vegan al cuoio grazie alla ricerca che ha svolto durante diversi anni nella Royal Academy of Engineering inglese.

I risultati delle ricerche hanno a mostrano che il fique può avere un’enorme varietà di usi, tra questi proprio nel settore moda.

Il fique

La Colombia è il principale produttore di fibra fique al mondo, con oltre 20mila tonnellate all’anno. Il solo problema è che viene utilizzato solo il 4% della pianta: in genere si prendono soltanto le fibre lunghe, che vengono utilizzate principalmente per la produzione di sacchetti di caffè.

fique Alejandro Moreno

©Alejandro Moreno

Inoltre, questa pianta è una valida alleata per una produzione sostenibile nel settore della moda: una singola pianta de Fique assorbe 7,5 kg di CO2 in un anno e la converte in ossigeno. E a differenza del cotone, monocoltura che richiede più acqua al mondo (è al quarto posto insieme al mais), il fique ne consuma così poca da poter essere mantenuto anche con l’irrigazione naturale.

E non solo: “per la produzione di una tonnellata di fibra di fique, è necessario un decimo dell’energia necessaria per produrre una tonnellata di fibra di poliestere o polipropilene. Per il terzo anno Fiquetex aiuterà l’ambiente assorbendo 7.400 tonnellate di CO2 all’anno e per il quarto anno sarebbero 11.400 tonnellate di CO2 all’anno”, spiega Moreno.

Il quartier generale di Moreno è a Itaguí, in Antioquia, che inizierà la produzione a metà del 2021, ma spera di esportare presto questo materiale in Australia, in Canada, in Germania e nei Paesi Bassi.

Fonte: RUTA

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