I libretti non movimentati da più di dieci anni saranno soggetti all'estinzione da parte di Poste Italiane e i fondi presenti trasferiti - ma c'è la possibilità di ottenere un rimborso
Comunicazione importante per i possessori di libretti di risparmio postale classificati come “dormienti” alla data del 31 marzo 2022: oggi, infatti, è l’ultimo giorno per dare disposizioni presso qualunque ufficio postale e consentire il censimento anagrafico del proprio libretto prima che i propri risparmi finiscano nel Fondo istituito a questo scopo dalla legge Finanziaria del 2006 (legge 266/05).
Ma che cos’è un libretto “dormiente”? Come si può leggere sul portale di Poste Italiane, un libretto viene definito “dormiente” se non risulta movimentato dal titolare da più di dieci anni ma ha ancora un saldo attivo superiore a 100 euro.
In pratica, se dal 2012 ad oggi il titolare del libretto non ha effettuato con esso alcuna operazione (prelievo o versamento di denaro, anche in somme minime), il libretto viene considerato inutilizzato e sottoposto quindi a una procedura di estinzione da parte di Poste Italiane.
Ci teniamo a sottolineare che lo stato di dormienza del libretto viene comunicato da Poste Italiane agli utenti interessati. L’estinzione del libretto non è quindi una spiacevole sorpresa che coglie gli utenti impreparati. Solo nel caso in cui i possessori di libretti dormienti, malgrado la comunicazione, non abbiano effettuato alcuna operazione per riattivare il libretto, i soldi depositati in esso finiscono nel Fondo.
Il fondo è gestito da Consap, la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. È possibile rivolgersi proprio alla concessionaria per ottenere la restituzione della somma contenuta nel proprio libretto postale ormai estinto. Ma attenzione: si hanno solo dieci anni per poter fare la richiesta e ottenere la restituzione dei propri risparmi.
Non sono solo i libretti di risparmio a essere interessati da questa misura di estinzione oggi: anche depositi di denaro, conti correnti bancari e postali, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, fondi d’investimento e assegni circolari per i quali non risultino operazioni o movimentazioni da parte del titolare del rapporto o di terzi delegati per un periodo di tempo di 10 anni saranno definitivamente estinti da Poste Italiane.
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Fonti: Consap / Poste Italiane
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