Il posto di lavoro dovrebbe essere fra i più sicuri in assoluto. E invece, troppo frequentamente, si trasforma in una trappola mortale. Lo scorso anno si è concluso con un bilancio insanguinato di oltre mille decessi in Italia e fra le vittime si contano anche ragazzini
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Di lavoro si muore e non è un modo di dire. Il 2023 si è chiuso con i bilancio che fa accapponare la pelle: sono ben 1.041 i lavoratori che hanno perso la vita nei cantieri e nelle aziende o a causa di patologie sviluppate per via del loro impiego. Una strage silenziosa, che continua ad essere ignorata da gran parte dei datori di lavoro e delle istituzioni.
Se da un lato le cifre sono in leggero calo rispetto all’anno precedente (-4,5%), dall’altro sono lievitate anche le denunce di malattia di natura professionale, che sono state ben 72.754 (+19,7%). A presentare il drammatico scenario è il report dell’Inail, che contiene i dati riferiti al 2023.
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Le Regioni in cui si muore di più
Ma quali sono le Regioni in cui lavorare si rivela più pericoloso per la propria incolumità? A fornirci una mappa completa (con un confronto rispetto al 2022) è l’Osservatorio Vega Engineering.
Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (133). Seguono: Campania (75), Veneto (72), Emilia Romagna (70), Puglia (62), Piemonte (61), Lazio (59), Sicilia (52), Toscana (33), Abruzzo (31), Calabria (24), Marche (22), Umbria (21), Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna (18), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).
Nella “zona rossa”, dove l’incidenza degli infortuni è superiore al 25%, troviamo quindi:
- Abruzzo
- Umbria
- Basilicata
- Puglia
- Molise
- Campania
- Calabria
Nella fascia arancione, invece, si piazzano:
- Sicilia
- Emilia-Romagna
In zona gialla rientrano:
- Friuli Venezia Giulia
- Marche
- Piemonte,
- Veneto
- Sardegna
- Lombardia
- Liguria
- Trentino Alto Adige.
Sono soltanto 3 le Regioni in cui è considerato più sicuro lavorare, ovvero:
- Lazio
- Toscana
- Valle d’Aosta
Giovanissime, anziani e stranieri i soggetti più a rischio
Oltre a mostrare il livello di sicurezza per ciascuna regione, l’Osservatorio Sicurezza Vega individua anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. Ad avere la peggio sono gli anziani: l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori over 65 (138,3), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (60,7). Ma anche fra i giovanissimi si registra un tasso di mortalità allarmante. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire in ambito lavorativo è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (27,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 16,2).
Un altro elemento che emerge dai dati del 2023 riguarda il numro di lavoratori stranieri deceduti: lo scorso anno sono stati ben 155 su 799. Per questi lavoratori il rischio di morire è più che doppio rispetto agli italiani. Fra questi si registrano 65,3 morti ogni milione di occupati, contro i 31,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
I settori più pericolosi
Anche nel 2023 il settore dove si è registrato il maggior numero di decessi (150) in totale è quello delle costruzioni; seguito dal settore da qullo dei trasporti e magazzinaggio (109 vittime), dalle attività manifatturiere (101 vittime) e dal commercio all’ingrosso e al dettaglio, e dalla riparazione di autoveicoli e motocicli (64).
Le denunce di infortuni (mortali e non)
Complessivamente denunce di infortunio totali (mortali e non mortali) sono in diminuzione del 16,1% rispetto all 2022. Erano, infatti, 697.773 a fine dicembre 2022, mentre nel 2023 sono scese a 585.356.
Anche a fine 2023, il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (74.376); seguono: sanità (41.171), costruzioni (36.196), trasporto e magazzinaggio (33.855) e commercio (31.824). Le denunce di infortunio delle lavoratrici sono state 207.484 contro le 377.872 dei colleghi uomini. La fascia più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 135.547 denunce (il 23,2% del totale).
Particolarmente inquietante è il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi: sono ben 50.546 denunce da ragazzini fino ai 14 anni.
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Fonti: Inail/Osservatorio Vega Engineering
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